Sono bastati sei giorni e le critiche di esponenti anche di primo piano del Movimento 5 Stelle per spingere Giuseppe Conte a fare marcia indietro sull’Aventino televisivo dei pentastellati. L’ex premier aveva infatti in una conferenza stampa convocata d’urgenza con lo stato maggiore 5 Stelle che il partito non avrebbe più fatto sentire “la sua voce nei canali del servizio pubblico” dopo essere usciti dalla ‘partita della lottizzazione’ Rai come i grandi sconfitti.

L’amministratore delegato Carlo Fuortes aveva infatti indicato per i nomi dei direttori delle testate giornalistiche profili non vicini al Movimento, che ha anche perso la direzione del Tg1 affidata al ‘vicino’ Giuseppe Carboni.

Tutto dimenticato, a quanto pare. Intercettato dai cronisti al Senato Conte fa una sostanziale marcia indietro sulla decisione di non partecipare alle trasmissioni della Rai: “Occorreva chiarire che il merito e il metodo, per le ragioni già anticipate, non ci sono apparsi assolutamente condivisibili. Non ci è apparso chiaro il criterio, occorreva precisarlo anche per correttezza nei confronti dei cittadini. Non è che vogliamo contrastare quella che è la funzione del servizio pubblico, o prendere una decisione irreversibile, ma occorreva un punto di chiarimento”, ha spiegato oggi l’avvocato di Voltura Appula.

Una repentina marcia indietro frutto di gruppi parlamentari sempre più ingovernabili per Conte, che con l’uscita sulla Rai aveva provocato l’ennesimo scossone indigeribile per molti esponenti pentastellati. I retroscena raccontati dall’AdnKronos sono esemplari delle tensioni interne: “Siamo contro la lottizzazione e facciamo la voce grossa perché ci fanno fuori dalla stanza dei bottoni?“, era uno dei messaggi che rimbalzava in alcune chat interne 5S dopo l’Aventino di Conte.

Parlamentari che avevano poi messo nel mirino sulla questione Rai anche il senatore Mario Turco, fedelissimo dell’ex presidente del Consiglio che dovrebbe andare a dirigere le ‘Frattocchie’ grilline, la scuola di formazione che Conte ha voluto inserire anche nello statuto. “Turco ha trattato per conto di Conte, nascondendolo ai gruppi parlamentari. Ci avevano detto che nessuno per conto del Movimento aveva trattato e invece hanno trattato e fallito. Turco sapeva tutto”, aveva riferito una fonte interna all’Adnkronos, subito smentita dagli stessi vertici del Movimento che avevano chiarito come il senatore fosse stato solo informato dalla lista dei nomi stilata da Fuortes per le direzioni dei telegiornali.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia