Ciò detto, era anche possibile affrontare con un comune spirito critico e autocritico le vicende riguardanti Tangentopoli e Mani Pulite. Prescindendo per un attimo dal quadro nazionale di Mani Pulite e di Tangentopoli, su cui torneremo, (tenendo conto di due testi, il nostro, L’uso politico della giustizia, e quello di Ivan Cicconi, La storia del futuro di Tangentopoli) il retroterra costituito dalle vicende del Pci e del Psi negli anni ‘92’-94 a Milano non è costituito dall’opposizione totale e irriducibile del bianco e del nero, dall’alternativa secca fra il partito delle mani integralmente pulite (Pci-Pds) e il partito delle mani sporche (Psi). A parte il fatto che su tutto l’argomento del finanziamento irregolare dei partiti tutti dovrebbero rileggere l’aureo libro di Gianni Cervetti L’oro di Mosca, per ciò che riguarda Milano il Psi ha avuto i drammi che ben conosciamo, che hanno riguardato anche i nomi di sindaci come Tognoli e Pillitteri, tutto ciò è vero e sta agli atti, ma non è che il Pci milanese sia stato estraneo a queste vicende.
Anche per quello che stava emergendo a Milano Achille Occhetto fu costretto nel maggio 1992 a ritornare alla Bolognina chiedendo scusa agli italiani. Sempre a proposito di Milano ci fu uno scontro anche per via televisiva fra militanti del Pds della corrente berlingueriana e militanti miglioristi, accusati di incassare tangenti d’intesa con i craxiani. A tagliare la testa al toro per la parte riguardante Milano è stata la sentenza del tribunale di Milano sulle tangenti Mm dell’aprile 1996: «Va subito fissato un primo punto fermo: a livello di federazione milanese l’intero partito, e non soltanto alcune sue componenti interne, venne direttamente coinvolto nel sistema degli appalti Mm quanto meno da circa il 1987».
Per il tribunale «risulta dunque pacifico che il Pci-Pds dal 1987 fino al febbraio 1992 ricevette quale percentuale il 18,75% sul totale delle tangenti, una somma non inferiore ai tre miliardi raccolta da Carnevale e da Soave non solo per la corrente migliorista, ma anche per il partito. Carnevale coinvolse anche il segretario della federazione milanese Cappellini, berlingueriano di stretta osservanza» (G. Barbacetto: Tangenti rosse, il tabù e il pregiudizio, in Diario anno III n. 6, 11-17 febbraio 1998). Sull’Unità del maggio 1992 è scritto che «dal racconto dei politici e degli industriali ai giudici emerge un singolarissimo protocollo. Due parti al Psi, una a Dc e Pds e una quota inferiore al Pri».
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