Due brutte notizie per Donald Trump. Il tycoon ed ex presidente degli Stati Uniti, che sta tentando una nuova corsa alla Casa Bianca con la candidatura alle primarie del Partito Repubblicano, deve incassare infatti una doppia sconfitta in poche ore.

La prima arriva col verdetto di una giuria della Corte di New York che, dopo due giorni di camera di consiglio, ha dichiarato colpevole la ‘sua’ Trump Organization di tutte le accuse di frode fiscale nell’ambito del processo pensale alla società per uno schema di frodi che sarebbe durato 15 anni.

La giuria di Manhattan ha infatti stabilito che due entità del gruppo, la Trump corporation e la Trump Payroll corporation hanno frodato il fisco, falsificando i conti aziendali. La sentenza definitiva è prevista il prossimo 13 gennaio, quando un giudice stabilirà l’entità dell’ammenda prevista: secondo i media americani potrebbe arrivare fino ai 1,7 milioni di dollari.

Trump non è direttamente coinvolto nel processo e la multa certamente non manderà in rovina gli affari di famiglia, ma è certo che gli effetti della sentenza avranno ripercussioni importanti sulla reputazione del tycoon, alla luce degli altri possibili guai giudiziari dell’ex presidente e dei suoi trascorsi, a partire dalla responsabilità dietro la rivolta dei suoi supporters a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.

I rischi veri per Trump arrivano in fatti dalle altre inchieste che pendono sull’imprenditore: da quella parallela della procuratrice generale di New York Letitia James, che ha promosso un’azione civile contro Trump e i tre figli adulti chiedendo 250 milioni di dollari di danni, alle indagini dell’Fbi sui documenti classificati sequestrati nella villa di Mar-a-Lago, dal procedimento in Georgia sulle pressioni per ribaltare il voto all’inchiesta parlamentare sull’assalto al Campidoglio.

La sconfitta in Georgia

Ai problemi giudiziari si sommano quelli politici. Nelle stesse ore in cui la sua Trump Organization veniva giudicata colpevole di aver frodato il fisco, dalla Georgia il tycoon doveva incassare la sconfitta del suo candidato al Senato nell’unico seggio ancora non assegnato.

Herschel Walker, scelto personalmente dall’ex presidente, è uscito sconfitto dalla sfida contro il candidato dei Democratici Raphael Warnock, che ha vinto col 51 per cento dei voti. Nel primo turno delle elezioni di metà mandato tenute a novembre nessuno dei due candidati aveva raggiunto il 50 per cento dei voti, dovendo così ripetere il voto al ballottaggio: Warnock era il senatore uscente del seggio, eletto nel 2020 in una suppletiva organizzata perché il seggio era rimasto vacante dopo la morte del precedente senatore Repubblicano.

In questo modo il partito di Joe Biden rafforza la maggioranza Democratica al Senato, potendo controllare 51 seggi contro i 49 dei Repubblicani ed evitare di ricorre al voto della vicepresidente Kamala Harris in caso di pareggio.

I Repubblicani hanno però il controllo della Camera, che prima delle Midterm era a maggioranza Democratica, anche se la dimensione della loro vittoria è stata molto più ridotta rispetto a quanto previsto alla vigilia del voto.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia