Con il voto del Nevada ormai è certo: i democratici hanno la maggioranza in Senato. Un risultato per nulla scontato e sull’orlo del rasoio. I democratici controllano ora 50 seggi contro i 49 dei repubblicani. Possono contare ancora sul voto della vicepresidente Kamala Harris e dunque hanno già la maggioranza. Poi se addirittura riuscissero a vincere il 6 dicembre il ballottaggio in Georgia, guadagnerebbero perfino uno scranno in più rispetto alla passata legislatura. Resta aperta la partita per la Camera con 204 per i dem e 211 per i rep, la maggioranza è a 218.

“Non sono sorpreso – ha detto Biden commentando i risultati da Phnom Penh, in Cambogia -. Sono un ottimista imperterrito”. A proposito dell’incontro con il presidente Xi Jinping, previsto al G20, il presidente americano ha detto: “So che sto andando a incontrarlo in una posizione più forte”.

La vittoria è legata alla rimonta finale di Catherine Cortez Masto, la prima ‘latina’ eletta in Senato. Il suo sfidante, Adam Laxalt, sembrava essere favorito: figlio di una famiglia con una lunga storia in politica, è figlio e nipote di ex senatori ed è anche lui ex procuratore generale del Nevada. Fino all’ultimo li separavano solo un pugno di voti, poi sono arrivate le schede inviate per posta che hanno dato a Cortez Masto lo sprint finale per aggiudicarsi il seggio.

Come riportato dal Corriere, Cortez Masto, ha posto al centro della sua campagna il diritto all’aborto. Laxalt ha negato che avrebbe appoggiato un divieto nazionale sull’aborto, anche se era favorevole ad un referendum in Nevada per vietarlo dopo le prime 13 settimane.

Sempre in Nevada c’è stata un’altra conferma di una tendenza nazionale: è stato sconfitto dal democratico Cisco Aguilar anche il candidato trumpiano alla poltrona di segretario di Stato, Jim Merchant, fondatore della ‘America First Secretary of State Coalition’, una coalizione che prometteva leggi più restrittive per l’accesso al voto nei propri Stati. I candidati trumpiani a queste cariche cruciali nella certificazione del voto anche nelle prossime presidenziali sono stati sconfitti in tutti gli Stati in bilico, secondo Npr, inclusa l’altro ieri l’Arizona.

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