Nel discorso al Senato per la fiducia, Mario Draghi ha posto grande attenzione alla questione della grande campagna di vaccinazione contro il Covid. E detta la linea: bisogna essere pragmatici e fare presto. E senza nominarle afferma la volontà di archiviare le scenografiche “primule” del commissario Domenico Arcuri, già al centro di polemiche tra costi elevati, bandi prorogati e utilità sempre più messa in discussione. Quei tendoni disegnati dall’architetto Stefano Boeri, dovevano essere un simbolo di speranza e rinascita, ma se ne può fare a meno.

“Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo – ha detto Draghi in Senato – non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente”.

E ha sottolineato la necessità di mettere in campo proprio tutto ciò che c’è a disposizione per fare presto, senza fronzoli. “Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare – ha detto – ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparando da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”.

Parole dure che suonano come una stoccata agli errori fatti da Arcuri. La sua poltrona sembrava vacillare con il nuovo cambio di Governo, con la Lega di Matteo Salvini che gli gridava contro e le voci che parlavano di Guido Bertolaso in sua sostituzione. Ma almeno fino alla fine dello stato d’emergenza, il 30 aprile, Arcuri resta ma probabilmente ridimensionato nelle sue funzioni. Il suo compito potrebbe essere la sola gestione dell’approvvigionamento delle dosi di vaccino, lasciando la distribuzione in mano alla Protezione civile, che dipende da Palazzo Chigi. La stabilità durante l’emergenza viene prima di tutto.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.