Monitoraggio ambientale, ricerca e soccorso, ispezione delle infrastrutture e trasporto, oggi di merci, domani di passeggeri. Sono solo alcuni dei servizi che presto potranno essere svolti dai droni grazie alla mobilità aerea avanzata. Una rivoluzione che promette di portare la dimensione aerea anche nelle nostre città. Per integrare in sicurezza queste innovazioni nella nostra quotidianità, Enac e il dipartimento della Trasformazione digitale (Dtd) della presidenza del Consiglio, hanno sviluppato la piattaforma HyperTwin, presentata venerdì a Roma dal presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma. Grazie all’IA, la nuova soluzione analizza i dati su densità della popolazione, uso del suolo, infrastrutture a terra, attività aeree e altro per calcolare in anticipo la sicurezza di una determinata rotta di un drone.

Presidente, con l’integrazione crescente dei droni nella nostra quotidianità sta evolvendo il concetto di mobilità aerea avanzata che punta a integrare i sistemi unmanned nello spazio aereo urbano. Di cosa si tratta e quali sono le sue principali caratteristiche?
«I droni sono l’elemento del futuro. Per fare un paragone, il loro utilizzo sarà simile a quello che è successo con i cellulari. Quarant’anni fa ci si approcciava al telefonino con un forte scetticismo. Oggi fa invece parte della nostra quotidianità, fa parte di noi. Per il drone il percorso sarà in qualche modo analogo. Da un punto di vista tecnologico, inoltre, siamo a un punto molto avanzato. Ci sono invece ancora dei percorsi di regolamentazione tecnica che dovranno ancora essere messi appunto. C’è, poi, una certa resistenza, determinata più che altro da fattori psicologici, ma io credo che il futuro sia segnato. Nel senso che la mobilità aerea potrà essere davvero quell’elemento che potrà garantire una migliore mobilità in generale, togliendo – tra l’altro – anche un po’ di congestione dalle strade».

Ritiene che il trasporto passeggeri tramite i cosiddetti taxi volanti possa diventare una realtà nel breve-medio termine? E quali sono le principali sfide tecniche e normative da superare per raggiungere questo obiettivo?
«Per le tempistiche bisogna sempre rifarsi all’innovazione. Già oggi la tecnologia per la parte dei droni che trasportano merci è molto avanzata. Sul tema dei droni capaci di accogliere dei passeggeri, c’è ancora un elemento da sviluppare, legato tra le altre cose al peso che si intende muovere, all’autonomia dei motori elettrici, che determina a sua volta le distanze raggiungibili, così come gli impatti sulla aerodinamica di droni di maggiori capacità, e quindi maggiori dimensioni. Arriveremo sicuramente anche al drone passeggeri, ma ci vorrà ancora qualche tempo. Il trasporto merci, invece, apparirà nel nostro quotidiano quasi da subito».

L’integrazione dei droni pone anche sfide significative. Quali ritiene siano i principali rischi da affrontare in termini di sicurezza di questa nuova tecnologia?
«Il trasporto aereo è già il settore di mobilità più sicuro in assoluto. Noi già tendiamo al 99,9% di sicurezza e oltre. All’ICAO, l’Organizzazione internazionale del volo civile, già è in corso un ragionamento dove non si calcola più in percentuali, ma proprio sui singoli numeri. È chiaro che inserire un altro elemento di mobilità all’interno di un assetto già regolamentato pone una serie di questioni, soprattutto se, come dovuto, questa integrazione deve garantire il massimo della sicurezza».

In che modo un progetto come l’HyperTwin può essere determinante per affrontare queste sfide e garantire un’integrazione sicura ed efficiente del traffico aereo con i droni?
«Questo elemento di innovazione tecnologica serve soprattutto a valutare il rischio delle rotte, in particolare in base alla densità di popolazione. L’HyperTwin permette, infatti, di disegnare rotte per le missioni dei droni che abbiano il minor fattore di rischio possibile. Per quanto riguarda l’effetto sul volo di questi sistemi, arriveremo alla creazione di bolle nelle quali i droni potranno viaggiare sicuri. Adesso si stratta di sviluppare anche la parte di regolamentazione e di certificazione di questi percorsi sicuri».

Marco Battaglia

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