Il faccia a faccia ad alta tensione
Duello Conte-Draghi, i nodi che fanno scricchiolare il governo al centro del vertice
Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte incontrerà il Presidente del Consiglio Mario Draghi domani pomeriggio, alle 16:30, dopo una settimana di polemiche che hanno agitato e che potrebbero far scricchiolare il governo. Dopo la scissione dei “dimaiani” e le indiscrezioni del filo diretto Draghi-Grillo con il presunto suggerimento del premier a “far fuori” l’avvocato del popolo – smentito da Palazzo Chigi -, potrebbe essere questo uno spartiacque della legislatura.
Momento cruciale naturalmente anche in vista delle politiche dell’anno prossimo. Conte incontrerà a ora di pranzo il consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle. I pentastellati intendono porre al Presidente del Consiglio diversi temi politici. Secondo La Repubblica la maggioranza dei gruppi parlamentari è favorevole all’uscita dall’esecutivo mentre il leader tentenna. Il Corriere della Sera scrive che “l’ombra delle elezioni agita una buona parte della truppa parlamentare, che vede molto difficile una riconferma in Parlamento per la prossima legislatura” mentre Conte sarebbe “tentato dallo strappo”.
L’avvocato del popolo intende comunque spostare tutta la vicenda da un piano personale a uno politico. Una manciata le questioni che sarebbero dirimenti per il futuro dell’esecutivo. Si tratta della difesa del Superbonus, del termovalorizzatore dei Roma e della revisione del reddito di cittadinanza, la battaglia sul salario minimo. La convocazione del Consiglio Nazionale è volta proprio ad arrivare al colloquio con il premier con il sostegno del Movimento.
Sul termovalorizzatore i ministri del M5s a maggio si erano astenuti. I grillini intendono fare pressione per sbloccare i crediti del Superbonus e per portare le controllate dello Stato come Poste e Cdp a riacquistare i crediti derivanti dallo sconto in fattura. Il nuovo invio di armi all’Ucraina, imminente, dovrebbe arrivare presto con un decreto interministeriale mentre il M5s chiede un passaggio parlamentare a ogni nuova fornitura. Altro punto, peraltro altamente simbolico: l’emendamento al reddito di cittadinanza passato la settimana scorsa alla Camera con i voti favorevoli di tutti tranne che del M5s.
La Repubblica cita un fedelissimo del presidente del Movimento: “51 per cento restiamo, 49 per cento usciamo”. Beppe Grillo sarebbe favorevole a continuare nell’esecutivo. Draghi in conferenza stampa ha detto che il M5s è stato fondamentale finora per l’azione del cosiddetto governo di unità nazionale. L’esecutivo andrà avanti con il suo sostegno.
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