Aveva 80 anni: per tanti il più grande di sempre
È morto Alberto Radius: addio all’emblematico chitarrista di Formula 3, Battisti e Battiato

Alberto Radius è stato chitarrista dei Formula 3, ha collaborato con Lucio Battisti e Franco Battiato: è stato tra i chitarristi più iconici e centrali nella storia della musica leggera italiana, per tanti il migliore in assoluto. È morto, all’età di 80 anni. A dare la notizia la famiglia, in una nota: “È con profondo dolore e tristezza che la famiglia del maestro Alberto Radius condivide la notizia della sua scomparsa. Dopo una lunga malattia, si è spento serenamente, accanto ai suoi affetti più cari. La famiglia del maestro Radius chiede, in questo difficile momento, che sia rispettata la privacy che lo ha sempre contraddistinto”.
Radius era nato a Roma, nel 1942, figlio di Carlo Radius e nipote del romanziere, saggista e giornalista Emilio Radius. La sua carriera era cominciata alla fine degli anni Cinquanta con i White Booster, una band con cui si esibiva nelle sale da ballo. Sarebbe entrato allora per due anni nell’orchestra di Mario Perrone, nella band rock and roll e beat dei Campanino, dopo il trasferimento a Milano nei Quelli che sarebbero diventati la Premiata Forneria Marconi. Fu proprio con la futura Pfm, dov’era arrivato per sostituire il chitarrista Franco Mussida, impegnato nel servizio di leva, che scrisse le sue prime canzoni.
Dopo il ritorno di Mussida lasciò il gruppo e con Tony Ciccio e Gabriele Lorenzi fondò i Formula 3, al debutto con l’etichetta di Lucio Battisti, la Numero Uno, con un brano dello stesso Battisti: Questo folle sentimento. Dies Irae, del 1970, il primo album. Due anni dopo il primo da solista, Radius, con la collaborazione, tra gli altri, di Demetrio Stratos e Franz Di Cioccio. Dopo lo scioglimento del Formula 3 fondò la band Il Volo. La svolta musicale con il secondo album da solista, Che cosa sei. Quello di maggior successo fu il suo terzo, Carta Straccia.
Da session man e collaboratore, ha suonato con: Battisti, Marcella Bella, Pierangelo Bertoli, Cristiano Malgioglio, Franco Battiato, Alice, Milva, Giuni Russo, Fiordaliso, Loredana Bertè, Gianluca Grignani. Lungo gli anni ha fondato i Cantautores, partecipato a trasmissioni televisive, suonato nella sigla del cartone animato Holly e Benji, ha pubblicato in tutto dodici album da solista, nello studio milanese da lui fondato ha prodotto circa 350 dischi. A Sanremo, nel 2008, il brano di cui scrisse la musica per Bertè, Musica e parole, fu squalificato perché ritenuto una variante, con testo e arrangiamenti diversi, di una canzone scritta dallo stesso Radius con Oscar Avogadro.
Radius viveva a San Colombano al Lambro, provincia di Milano. “Intanto non capisco perché i cantanti biascicano le parole. Come Mahmood e Blanco, che fanno le foto da rocker e poi quando li senti cantare sono tutti gentilini… – diceva in una recente intervista a Rolling Stone della musica attuale – Comunque la formula è sempre la stessa. Prima un po’ di rap, poi un giro armonico e alla fine ancora rap. Ma un successo come quello della canzone Mille si deve a Orietta Berti e alla sua parte melodica, non a quella rap con Fedez e Achille Lauro. Ora c’è questa moda, ma non so quanto durerà. C’è anche da dire che il computer ha ucciso la musica. Basta cliccare e non paghi più una lira”.
Per cogliere la sua influenza, anche sulle generazioni più giovani, due particolari: la sua ultima apparizione al Festival di Sanremo del 2021 con i Coma Cose nella serata delle cover per Il mio canto libero, il giornale online Rockit – punto di riferimento per l’indie, l’alternative, l’itpop degli ultimi anni – lo aveva piazzato al primo posto nella classifica dei migliori chitarristi italiani di sempre. “Dietro tutti i dischi italiani più belli c’è Radius – si leggeva nella motivazione – è nei credits di più di 400 dischi, ha perfezionato la chitarra rock in Italia e l’ha trasportata da Anima latina a La voce del padrone. Se esiste la musica bella in Italia è anche merito suo, del suo talento e della sua visione artistica”.
Dei suoi 80 anni aveva detto in quella stessa intervista a Rolling Stone: “A 50 anni mi dicevo che dopo i 70 è tutto regalato. Ora mi dico che dopo i 100 è tutto regalato. Io sono molto attaccato alla vita, la amo profondamente. Voglio ancora divertirmi. Se fai un lavoro che non ti piace è dura andare avanti, basta andare alle Poste per verificarlo”.
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