al-Sisi avrebbe chiesto massima segretezza
“Egitto alleato dell’Occidente produce in segreto razzi per Putin”, le rivelazioni dagli ultimi Leaks del Pentagono
Gli ultimi ‘leaks’ riguardano l’Egitto e il suo stretto rapporto con l’Occidente ma da oggi anche quello un po’ più segreto con la Russia di Putin.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente e tra i principali beneficiari degli aiuti americani -riceve da Washington circa 1 miliardo di dollari l’anno in aiuti di sicurezza – , ha recentemente ordinato ai suoi sottoposti di produrre in segreto fino a 40mila razzi da mandare in Russia. È quanto emerge da un documento dell’intelligence statunitense.
Nel documento top secret, ottenuto dal Washington Post tramite Discord, un’app popolare tra i gamer, si parla di presunte conversazioni tra al-Sisi e alti funzionari militari egiziani e si fa riferimento a piani per fornire alla Russia proiettili di artiglieria e polvere da sparo. Nel documento si evidenzia che lo scorso primo febbraio al-Sisi ha ordinato ai funzionari di mantenere segreta la produzione e la spedizione dei razzi “per evitare problemi con l’Occidente”.
Fonti americane dicono al quotidiano che quel piano non sembra essere stato eseguito. L’ambasciatore Ahmed Abu Zeid, portavoce del ministero degli Esteri egiziano, ha replicato che la posizione del suo Paese è sin dall’inizio “di non coinvolgimento in questa crisi e di impegno a rimanere ad uguale distanza da entrambe le parti, mentre affermiamo l’appoggio dell’Egitto alla carta Onu e al diritto internazionale attraverso le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite”.
Il Pentagono sta cercando di determinare se sono stati trafugati anche altri documenti amministrativi e di intelligence del dipartimento della Difesa. La vicesegretaria di Stato Wendy Sherman è stata incaricata di guidare la risposta diplomatica sui documenti classificati, secondo la Cnn: infatti il danno ai rapporti con gli alleati è considerato uno dei principali rischi della fuoriuscita di notizie, in particolare quelle relative alle intercettazioni telefoniche e dei messaggi elettronici all’interno dei paesi amici.
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