Quali sono le principali indicazioni del voto spagnolo?
Direi una bipolarizzazione con forti limiti. PP e Psoe crescono entrambi, e pur con molte difficoltà entrambi potranno lavorare per costruire una maggioranza. Ma con limiti che sono la causa di questa situazione molto incerta. Entrambi hanno valicato linee rosse che l’elettorato dell’altro schieramento non ha accettato e non vuole accettare: mi riferisco ai patti di Sánchez con Junts e Bildu, i più duri e nazionalisti tra i catalani e i baschi, e a quelli del PP con Vox. Ecco perché ora si apre una fase molto incerta. Aggiungerei che il successo del PP è in buona parte dovuto anche al voto centrista e liberale. Ora dovremo vedere come Feijóo saprà rispondere a questo elettorato.

Dato incontrovertibile, l’estrema destra di Vox esce molto indebolita dal voto in Spagna. Cosa è successo?
È successo che ormai in Europa non si vincono le elezioni nazionali scagliandosi contro l’Europa. Credo poi che l’effetto “voto utile” e l’insofferenza dell’elettorato di destra rispetto a quello che chiamano il “sanchismo” abbia spinto alcuni elettori di Vox a spostarsi verso il PP.

Meloni è stata il primo sponsor in Europa di Abascal…
Ed è la principale sconfitta in Europa dopo Abascal. La “mujer y madre” di Siviglia è di nuovo intervenuta più volte a sostegno di Vox. E ha nettamente perso: “l’onda nera” dalla Spagna verso l’Europa non c’è stata. Buona notizia sia per la Spagna che per l’Europa.

Oltre a Meloni, chi sono gli altri sconfitti in Europa dal voto spagnolo?
In Europa certamente Weber e Tajani, che da mesi straparlano di nuove maggioranze tra destra ed estrema destra al Parlamento europeo nel 2024. Devo riconoscergli una certa resilienza: sconfitta dopo sconfitta, continuano a raccontare la stessa storia, velleitaria e irrealistica. E con lo stesso coraggio continuano a straparlare non solo a nome del PPE, ma anche di Renew, il che è piuttosto singolare… Sconfitta anche la più furba Metsola, che gioca dietro le quinte più partite, in particolare con Meloni. Ma in un’ottica più personale.

Chi esce rafforzato sono le due grandi famiglie del Pp e Psoe. I Ciudadanos non si sono presentati. E’ una tendenza alla polarizzazione politica che potrebbe ripetersi nel resto dell’Europa?
Credo che l’origine delle difficoltà di Ciudadanos vengano da lontano. Hanno avuto una grande occasione: cambiare la Spagna in un accordo con Psoe in cui sarebbero stati la forza più innovativa e dinamica. Da allora, il riposizonamento al centro del PP e le posizioni ancora più dure di Vox sopratutto rispetto all’indipendentismo catalano hanno praticamente azzerato lo spazio politico per Ciudadanos, che non ha più un leader carismatico come l’amico Albert Rivera. Sono comunque una delle forze più europeiste in Spagna, assieme ai nostri amici e alleati baschi del PNV, membri del Partito Democratico Europeo. Spero che Renew possa avere ancora vari deputati europei eletti in Spagna nel 2024.

Il rischio di vedere l’estrema destra di Ecr alla guida dell’Europa è definitivamente tramontato?
L’ipotesi di un governo ECR non è mai esistita. Il vero problema del PPE e di alcuni a Roma è come far entrare in maggioranza Meloni stessa nonostante i suoi alleati, come Vox, e dopo tutto quello che ha detto in questi anni contro l’Europa, il PPE ecc. L’elogio della sua incoerenza che molti fanno a Roma e alcuni anche a Bruxelles è propedeutico a questo. Operazione acrobatica, di cui noi denunceremo tutta la debolezza. Come faremmo a trasformare l’Europa con chi – come Meloni – vuole indebolire le istituzioni UE, mantenere il diritto di veto e difendere Orban sullo stato di diritto? Per questo noi diciamo no ad un’alleanza con l’estrema destra a Strasburgo.

Alessio De Giorgi

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