Il matrimonio s’ha da fare, ora e per sempre. Don Rodrigo ed i bravi hanno cambiato idea, questa volta Renzo e Lucia devono andare a nozze. No, non è una rilettura stravagante dei Promessi Sposi, ma gli inviti pressanti che da ieri notte sono partiti dal Nazareno verso il M5S. Renzo e Lucia, dopo il primo turno delle amministrative, sono diventati Elly e Giuseppi, i due leader che in vista del ballottaggio dovrebbero iniziare a frequentarsi in qualche piazza italiana che domenica 28 maggio dovrà scegliere il proprio sindaco. C’è solo l’imbarazzo della scelta: Ancona, Vicenza, Massa tra le altre.

Lo dice chiaramente Francesco Boccia, che è un po’ il padre dell’alleanza giallorossa, in un’intervista al quotidiano La Stampa. Un incontro naturale si dirà, i due partiti sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda, non ci sono grandi divisioni programmatiche, Elly e Giuseppi anelano allo stesso orizzonte. Tutte constatazioni vere, il Pd con la nuova segreteria si è molto avvicinato al mondo 5 stelle, ma più i due partiti si avvicinano, più si evidenziano i problemi.

Il primo, di natura più complessiva, è che Giuseppe Conte sta tentando una nuova incredibile operazione di trasformismo, di giorno parla con Marco Furfaro, di notte si mette d’accordo con Giorgia Meloni: la vicenda Rai e l’elezione di Bonafede con i voti di Fratelli d’Italia da questo punto di vista sono eloquenti.

Il secondo riguarda invece il peso specifico del M5S nelle città che andranno al secondo turno: praticamente irrilevante. Eventuali accordi tecnici con il partito di Giuseppe Conte quanti voti porteranno ai candidati sindaci e quanti ne faranno perdere?

Domande che pesano sulla nuova dirigenza del Pd, perché se il primo turno delle amministrative fornisce qualche parzialissima indicazione, è che non c’è un effetto Schlein ma persiste ancora un effetto Meloni. Per pareggiare i conti del primo turno domenica 28 maggio, il Pd deve riuscire in un’impresa quasi impossibile: vincere a Vicenza, Ancona e Siena.

Phil

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