“Elly potevi almeno dircelo, era meglio se andava solo la delegazione come avevamo stabilito venerdì sera: sei caduta in una trappola, anzi no, era una mezza trappola, comunque c’è da stare attenti”. Alla fine la permalosità della minoranza Pd liscia il pelo alla segretaria, ma non morde.

La scena avviene nello stanzone del terzo piano del Nazareno, per dire più propriamente il salone, quello dove le telecamere aspettano nel giorno dei risultati elettorali. Il caldo picchia forte sulla terrazza, i componenti della mitica direzione sono sudati, anche Elly si presenta con una semplice camicia bianca, parlerà per circa un’ora e mezzo, ma l’afa insiste, la segretaria si ferma a tratti per bere un bicchiere d’acqua.

Il destino è atroce: chi se lo poteva immaginare un processo pubblico, dopo soli 100 giorni? A lei poi, lei che ha fatto sloggiare le correnti, insieme a Franceschini, Boccia, Zingaretti ed Orlando, lei che deve costruire il nuovo Pd, pardon, la nuova sinistra, senza correnti, accompagnata stavolta da Bonafoni, Furfaro, Ruoto e la dolce Jasmine Cristallo, quella del baciamano, ed i familiari ritrovati, cari familiari, di Articolo Uno.

E allora mettetevi comodi anche voi, voi infidi rappresentanti del partito che ho asfaltato: Lorenzo chetati, quello che dovevo dire sull’Ucraina l’ho detto, ma Dio solo sa quanto mi sia costato; smettetela di dire che inseguo Conte, sarei andata anche da Carlo; Matteo no, lui invitò Berlusconi in queste stesse stanze; da Carlo e Nicola si, anzi Nicola lo vedo tutti i giorni in piazza, spesso con noi c’è anche Maurizio (Landini), da Matteo proprio no, ve l’ho detto.

Hic manebimus optime, anzi no, hic manebimus, meglio non specificare come, astuzie di Alessandro Alfieri per non affondare il coltello, d’altra parte aveva già infierito Pina Picierno.

Perché poi Elly lo ridice, ma stavolta parla a loro, alle minoranze, mettetevi comodi: io di qui non vado via, vi ho anche assegnato i compiti per l’estate militante, e qui, durante questo passaggio, gli sguardi si fanno torvi e preoccupati. La segretaria illustra il calendario delle prove scritte, giugno ce lo siamo già giocati, luglio pure tra casa, sanità e lavoro, ma poi la segretaria si ferma, tra i sospiri di sollievo della comunità dem, agosto è libero, o forse ad agosto i professori della segreteria fanno la sintesi, vai a saperlo.

Ma ieri era già meglio di oggi, perché oggi i malumori sono tornati alla carica: c’è Vincenzo De Luca che irride, Matteo Ricci che insiste sull’abuso di ufficio, Stefano Bonaccini che dice e non dice all’Aria che tira, e poi domenica si vota in Molise, un’altra tegola che si depositerà in queste stanze.

E per il prossimo processo, Elly dovrà cambiare almeno la playlist.

Phil

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