Emma Bonino non rompe l’intesa con il Partito Democratico dopo la rottura del leader di Azione Carlo Calenda. “È lui che ha dato l’addio. Eravamo insieme fino a sabato, e domenica ha deciso di andarsene per conto proprio. Ha mancato alla parola data per ragioni fumose, non convincenti e men che meno dirimenti”. L’ex ministra quindi strappa con Azione, e spiega le sue ragioni in un’intervista a Repubblica. Non ha sentito Calenda e non lo sentirà. Il cartello Azione/+Europa aveva firmato una accordo con il Pd solo martedì scorso.

“A me sembra che Letta abbia rispettato il patto, dal momento che era noto a tutti, e quindi anche ad Azione, che il segretario del Pd aveva intese anche con Nicola Fratoianni di Sinistra italiana e Angelo Bonelli dei Verdi e con Lugi Di Maio e Bruno Tabacci. Se per noi Azione/+Europa fossero state indigeribili, allora non dovevamo neppure sederci al tavolo. Non è che lo scopriamo dopo, o facciamo finta di scoprirlo dopo”.

E questo nonostante con Fratoianni (Sinistra Italiana) e Angelo Bonelli (Europa Verde) “non abbiamo ovviamente niente in comune. Fratoianni ha votato per 55 volte contro la fiducia a Draghi. Però nel nostro accordo si parla di rigassificatori e inceneritori. Bonelli la penserà diversamente, ma il patto resta”. Adesso “è sicuro” che la strada della vittoria per il centrodestra è un’autostrada.

Resta valido per Bonino l’accordo per le candidature: “Nell’accordo che abbiamo siglato l’impegno era a non candidare nei collegi uninominali personalità divisive per i rispettivi elettorati, quindi no leader delle forze politiche, no agli ex 5S e ex forzisti”. E per quanto riguarda lei: “Se sono utile, mi candidino dove ritengono che posso esserlo di più”. Benedetto della Vedova ha convocato intanto una direzione di +Europa che per Bonino (non lo nasconde) avrà difficoltà a superare la soglia del 3%.

Difficoltà anche per Azione di Carlo Calenda che dopo lo strappo dovrà raccogliere le firme necessarie. La campagna partirà tra 48 ore. Per ogni collegio plurinominale ne servono 36.750, per il Senato 19.500. Si raccoglieranno comunque le firme nonostante Azione partecipò alle Europee del 2019 con il Pd, il simbolo tuttavia era quello dei dem. Per non rischiare l’esclusione si procederà con la campagna.

Esentati dalla raccolta i partiti che hanno un gruppo parlamentare in entrambe le Camere, le minoranze linguistiche, i partiti con un gruppo almeno in una camera al 31 dicembre 2021. Deroga anche a chi ha partecipato alle ultime elezioni della Camera o del Parlamento Europeo “con proprio contrassegno” e o ha ottenuto seggi al proporzionale o ha contribuito al risultato di una coalizione ottenendo almeno l’1%. Entro domenica 14 agosto, fino alle 16:00, dovranno essere depositati i simboli. Entro il 22 agosto, fino alle 20:00, le liste con tutti i candidati collegio per collegio negli uffici elettorali nelle sedi delle Corti di Appello.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.