Aspiranti avvocati col destino appeso a un filo, in attesa di conoscere se e quando potranno sostenere l’esame di abilitazione alla professione. Le date per gli scritti sono fissate ufficialmente tra il 13 e il 15 aprile, ma resta l’apprensione per il rischio contagio che ha già fatto slittare in primavera la sessione che inizialmente era prevista per dicembre.

“Un esame ad aprile in queste condizioni non è assolutamente proponibile, così si rischia una circolazione incontrollata del virus”, è l’allarme della Presidente dell’Unione praticanti d’Italia (Upa) Claudia Majolo. Le parole arrivano dopo la nomina della commissione centrale e quella di alcuni membri delle commissioni distrettuali relative all’esame. “Un atto dovuto”, spiega Majolo, che non nasconde però il timore che non siano state prese in considerazione modalità alternative di svolgimento, come più volte richiesto.

L’ipotesi portata avanti è quella di un unico esame orale, anche “rafforzato” e non condotto dalla propria Corte d’Appello di appartenenza, per sbloccare la situazione rapidamente senza esporre i praticanti a rischi inutili. “Gli oltre 25.000 aspiranti avvocati – aggiunge Majolo – non hanno mai chiesto scorciatoie né vie privilegiate. Si è semplicemente chiesto di fronteggiare una situazione emergenziale nel modo migliore possibile per tutti: sostenere l’esame con le solite modalità non solo significa non avere contezza della realtà, ma anche non avere a disposizione una vera e propria strategia di uscita”.

La discussione è entrata anche in commissione Giustizia al Senato. In una recente audizione il vicepresidente dell’Associazione italiana praticanti avvocati Vincenzo La Licata ha rimarcato come gli aspiranti avvocati “siano stati abbandonati al proprio incerto futuro professionale” e ha chiesto al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede una riforma organica dell’accesso alla professione forense, ad esempio tramite la redazione di un unico atto giudiziario – a scelta tra atto di diritto civile, penale e amministrativo – come proposto dal deputato Carmelo Miceli.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.