Delusione e smarrimento. Tante le occasioni mancate in questo ultimo mese. Le speranze accese dalle “foto” di Parigi e Londra si sono ridotte dopo che questi meeting hanno preso la piega di una parvenza di “prova di forza” di Francia e Regno Unito. Non all’altezza della situazione si è dimostrata la stessa presidente von der Leyen, la quale, con “perfetto” tempismo, ha denominato il nuovo progetto di sviluppo militare in Europa “Rearm Europe” puntando su un linguaggio da “comandante in capo”.

Il pacchetto da 800 miliardi senza debito comune non è realizzabile. Il discorso del ministro Spd Pistorius al Bundestag in occasione del voto che ha portato alla revisione della Costituzione tedesca, le parole del premier spagnolo Sanchez, degne di un leader di un paese consapevole del grave momento in corso, avevano fatto sperare in un cambio di passo da parte dell’intera sinistra europea. Ma così non è stato, e la prova al contrario è venuta dal voto della componente italiana al Parlamento Ue. Nel centrodestra le anime sono addirittura tre, passando dal filoeuropeismo al filo trumpismo. Anche la piazza europea di Roma ha riscaldato il cuore, ma al termine di quella giornata dominava la domanda “e ora?”.

Il dibattito sulla difesa

Il dibattito sul tema difesa è assente e spesso predominano sparate populiste. Per uscire dall’angolo è necessario avere l’umiltà di tornare alle origini che portarono al Trattato che prevedeva l’istituzione della Comunità Europea di Difesa. Si arrivò al Trattato Ced a seguito di una proposta di Jean Monnet; l’Italia di De Gasperi sostenne questa intuizione. E il leader trentino fu affiancato in quel periodo da Altiero Spinelli. Si era a un passo dalla creazione di uno Stato federale europeo. Nel suo discorso tenuto il 15 dicembre 1952 al Consiglio d’Europa De Gasperi evidenziò come il Governo britannico si fosse mostrato interessato a una collaborazione organica fra Consiglio d’Europa – di cui Uk era ed è membro – e la neonata Comunità Europea. Eden, allora primo ministro inglese, fu promotore di questo disegno. Per il leader democristiano l’unione sarebbe dovuta essere “graduale e progressiva”. Infatti: “Sarà l’esperienza che ci indicherà il metodo migliore per giungere a un sistema che potrebbe nel suo insieme avere delle analogie con il Commonwealth britannico”.

Mancavano Francia e Italia

La ratifica del Trattato Ced fu compiuta da quattro Paesi su sei; mancavano all’appello Francia e Italia. In Francia gaullisti e sinistra estrema portarono alla mancata ratifica del Trattato. Ma non vi fu voto contrario. De facto si sospese il voto di ratifica. Chi difende lo spirito di Ventotene deve rileggere il Memorandum che scrisse Spinelli in occasione della stesura del Trattato Ced. Per lui era impossibile mettere in comune la difesa la politica estera; il Commissariato avrebbe dovuto godere di autonomia decisionale senza essere alla mercé dei singoli Stati e il bilancio Ced sarebbe dipeso da una tassazione a livello europeo. Gli organi esecutivi Ced avrebbero dovuto vantare una legittimazione democratica prevedendo l’elezione di un’assemblea con pieni poteri.

Addirittura Spinelli preconizzava la convocazione di un’assemblea costituente col compito di fondare lo Stato europeo. Il Professore Sergio Fabbrini in un suo intervento pubblicato su Il Sole 24 Ore del 31 maggio 2022 dal titolo “Ritornare alla comunità europea della difesa” concludeva così la sua riflessione: “Se si vuole andare avanti, occorre andare indietro, riconsiderando la visione dei leader europei che dettero vita alla Ced. Molte cose sono cambiate da allora, ma non sono cambiati né il contesto di minacce né logica delle istituzioni. Non si risponde a Putin con un comitato intergovernativo”.

E ancora. Federico Fabbrini su Il Mulino ha dimostrato come la Ced non è ad oggi morta e potrebbe essere resa operativa semplicemente tramite la ratifica di Francia e Italia. Fabbrini è ben consapevole che “la fattibilità giuridica di ridare vita alla Ced non equivale alla sua fattibilità politica”. Sarebbe un segnale importante se dall’Italia venisse la proposta di riavviare – per il nostro Paese e per la Francia – il processo di ratifica della Ced.

Edoardo Caprino

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