“Ok a passeggiate, ma non in gruppo, sì alla ripartenza dei cantieri e delle attività produttive, ma anche apertura delle spiagge e alleggerimento della stretta sul delivery, mentre la riapertura di bar e ristoranti appare lontana. La Campania pensa alla fine del lockdown con due punti fermi: monitoraggio stretto dell’evoluzione dei contagi e limitazione degli assembramenti, partendo dall’attesa delle norme nazionali sulla riapertura del Paese. Se regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte apriranno in uscita, l’accesso in Campania sarà rigidamente regolato da controlli e isolamento”.

Quello appena riportato, è l’estratto di una sorta di memorandum della Regione per i prossimi giorni. In realtà sembra più una di quelle note surreali delle previsioni Meteo: “… bel tempo soleggiato, ma non si escludono ampie zone di cielo coperto con pioggia a sprazzi o diffusa. Mare calmo, con possibili trombe d’aria sotto costa…”. Vogliamo dire che se da quella nota, si dovesse dedurre la sicurezza della fase 2, c’è da stare poco tranquilli. Vediamo perché.
Che cosa vuol dire gruppo? Il gruppo sono gli amici o la famiglia? Due persone o dieci? O tre, che – si dice – fanno già un partito? Apertura delle spiagge, va bene. Ma per che cosa? Manutenzione e allestimenti? O anche tintarella e primi tuffi stagionali, purché non in gruppo? E qui ci risiamo.

Alleggerimento della stretta per il delivery (orrido neologismo aereonautico per indicare che la pizza può essere rilasciata o può prendere il volo – la prossima volta si potrebbe parlare di Take-off – così pizza e fritture possono decollare verso le case). Ma anche qui, domanda: sono permesse le consegne a domicilio? O bisogna andare fuori alla pizzeria o al ristorante, mettersi in fila e aspettare a distanza per ordinare (o per ritirare se si è prenotato da casa)? E poi: se non si possono aprire bar e ristoranti, chi cucina, chi frigge, chi tiene i conti? Sì, l’obiezione è speciosa: per apertura si intende “al pubblico”. Ma chi garantisce che il “gruppo” che sta in cucina è indenne da contagi più o meno asintomatici o silenti? Ed eccoci – fuor di bassa e facile ironia – al punto: come si può parlare di piani di riapertura, se non si sono fatti e realizzati i piani per la sicurezza sanitaria?

In Campania, come nelle altre regioni, si parla di ripresa necessaria, ma non si fanno i conti con gli strascichi di molte approssimazioni. Le ultime delle quali, sono molto più gravi di quelle in cui si è inciampati, travolti dall’emergenza. Diciamo che – almeno in Lombardia, ma non è vero – la sorpresa è stata come una Pearl Harbour, con virus al posto delle bombe. Le prime reazioni sono state scomposte, scoordinate. Difficile giudicare. Ma sono state meno scoordinate e scomposte quelle successive a “macchia di Regione”? No. Ci si è soffermati sulla maggiore o minore severità del controllo dei limiti imposti (alla De Luca, per intenderci), non sulla maggiore o minore qualità organizzativa. La quale dovrebbe prevedere, crediamo, per una fase 2 sicura: mappatura a campione (serio, dunque ampio) della popolazione. E possibilmente con un unico test standard, affidabile.

Non come quello in circolazione che è sicuro se il risultato è negativo, ma non lo è se indica “positivo”. Chiedete alla cosiddetta task force, se non ci credete. Poi servirebbe una certificazione sanitaria – ripetuta – per gli operatori autorizzati ad aprire. Ancora: prassi obbligatorie per consegna e/o ritiro merci, attività di manutenzione, comportamenti nei cantieri. Sperando nella serietà degli autorizzati, perché è impensabile un controllo a tappeto delle forze dell’ordine. E infine, bisognerebbe avere una risposta seria sull’ipotesi grave dell’esistenza – già evidenziata dal Riformista – del cosiddetto virus silente.

A che punto siamo – in Campania e altrove – con queste profilassi? Senza risposte serie la riapertura rischia di trasformarsi in catastrofe. E i confini regionali “sigillati”, in altrettante linee Maginot facilmente aggirabili dal Covid-19. Un governo centrale con meno esperti e più idee univoche ed erga omnes, potrebbe esser d’aiuto, ma questa è roba da illusi, colpiti da virus della demenza.