Non è stato un raptus
Femminicidio Ornella Pinto, non è stato un raptus: aggravante premeditazione e crudeltà per il compagno
Non più omicidio volontario ma omicidio aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall’aver commesso il fatto nei confronti di una persona con la quale era legato da relazione affettiva. Si aggrava la posizione di Pinotto Iacomino, il 42enne di Cercola (Napoli) che lo scorso 13 marzo ha ucciso con 15 coltellate la compagna Ornella Pinto. Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, diretti dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dell’uomo che poche ore dopo aver ridotto in fin di vita la compagna, poi deceduta all’ospedale Cardarelli, si è costituito dopo 350 chilometri percorsi in auto presso la caserma dei carabinieri di Montegabbione (Terni).
Le indagini hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico dell’uomo che la notte del 13 marzo scorso è entrato (perché in possesso delle chiavi di casa) alle 4 di notte nell’abitazione di via Filippo Cavolino, nel quartiere San Carlo Arena, svegliando Ornella e rifilandole ben 15 coltellate, incurante della presenza del bambino che dormiva nel letto insieme alla madre. Dopo la brutale aggressione, Iacomino è fuggito via dicendo a una vicina di casa, probabilmente svegliata dalle urla della donna, “l’ho uccisa”.
Ornella era però ancora viva e ha telefonato alla sorella maggiore, Stefania, che abita nelle vicinanze. Poi il drammatico epilogo al Cardarelli con il decesso avvenuto quattro ore dopo il ricovero. Il figlio di 4 anni della coppia “era nascosto sotto le coperte e terrorizzato” ha raccontato il nonno Giuseppe Pinto.
La stessa lama usata da Iacomino non proveniva dalla cucina dell’abitazione, ma era stata potata da fuori, avvolta in un panno. Elementi che aggravano la posizione dell’uomo che con l’aggravante della premeditazione rischierebbe anche l’ergastolo nonostante il processo con rito abbreviato. Per Iacomino è stata chiesta una perizia psichiatrica, e non è escluso che la difesa nei prossimi giorni possa ricorrere al Riesame per chiedere l’annullamento della misura restrittiva.
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