Il figlio di Ornella Pinto “era nascosto sotto le coperte e terrorizzato”. A raccontarlo è il papà della 40enne insegnante di sostegno uccisa nella notte di sabato 13 marzo a Napoli con 15 coltellate dal compagno Pinotto Iacomino, poi costituitosi in Umbria dopo una fuga durata 350 chilometri. Giuseppe Pinto, 70enne sindacalista, racconta gli ultimi istanti di vita della figlia, ammazzata a bruciapelo dall’uomo che aveva deciso di lasciare.

L’ha accoltellata nel sonno” spiega il genitore in una intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino. Peppe adesso chiede “giustizia e non vendetta”, si appella alla politica affinché “faccia qualcosa per evitare tragedie simili”, poi ripercorre gli ultimi giorni di vita della più piccola delle tra figlie che “negli ultimi mesi aveva confidato alla madre di volerlo lasciare perché si contrastavano spesso, anche per motivi banali”.

Iacomino non era andato via dall’abitazione in via Filippo Cavolino, nel quartiere San Carlo Arena, come scritto in questi giorni. “Fu mia moglie a dirmi che Ornella aveva chiesto a Pino di andare via perché non ce la faceva più. Lui si rifiutò e iniziò a dormire sul divano 2 mesi fa”. Peppe racconta poi che in “queste settimane avevo notato alcuni cambiamenti” in Ornella. “Era molto dimagrita. Le chiesi se fosse a dieta e mi rispose di non preoccuparmi e che stava bene”.

Poi il racconto dell’ultima drammatica notte di sua figlia che dopo essere stata più volte accoltellata da Pinotto, poi fuggito via, ha chiamato, agonizzante, la sorella per chiedere aiuto: “Sto morendo, salvami”. Valeria Pinto è arrivata nell’abitazione insieme al marito. La coppia davanti ai propri occhi si è ritrovata uno scenario raccapricciante. Ornella era stata abbandonata in una pozza di sangue mentre nell’altra stanza dormiva il figlioletto di appena tre anni. E’ stato il marito di Valeria “a trovare il bimbo nella camera accanto: era nascosto sotto le coperte e terrorizzato” racconta Peppe Pinto che rivolge un appello finale: “Da padre e da uomo, dico alle donne di aggregarsi e denunciare di fronte ai primi segnali”.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.