Letteralmente “Tar Bar’l Festival” significa festival del catrame ma è una vera e propria prova di coraggio a cui si sottopongono tutti gli anziani del villaggio di Allendale, nel Nord dell’Inghilterra il 31 dicembre. Un modo curioso all’apparenza pericoloso per festeggiare il capodanno, una delle tante tradizioni del mese di dicembre ricordato dal doodle di Google.

Ogni 31 dicembre gli anziani indossano gli abiti tradizionali simili a quelli dei Re Magi e camminano tenendo in testa una mezza botte di whiskey riempita di catrame infuocato. Il corteo di fiamme si dirige verso il gigantesco falò bella piazza principale della città per accenderlo con un rituale molto scenografico.
Il corteo è composto da una 50ina di uomini accompagnati da percussionisti. Alcuni di loro hanno il volto dipinto di nero. Una volta arrivati alla piazza principale gridano: “Be damned to he who throws last!”, cioè “Sia dannato chi la tira per ultimo!”. Allo scoccare della mezzanotte, è il momento dei tradizionali auguri, accompagnati dallo spettacolo dei fuochi d’artificio.

Le radici di questa antica usanza si perdono nei secoli. Sicuramente si tratta di un rito pagano legato a riti per la fertilità. Alcuni dicono che si tratti di una tradizione iniziata nel 1858 quando una banda di percussionisti iniziò un corteo per festeggiare il capodanno portando in mano delle candele per illuminare i loro passi. Ma quell’anno il vento era molto forte e le candele si spegnevano. Così a qualcuno venne in mente di tagliare a metà le botti di whisky riempendole di catrame. Il modo più comodo per portarle senza ingombrare le mani sarebbe stato quello di metterle sulla testa.

Vento pioggia o neve non scoraggiano mai il rituale del fuoco. Il nome, Tar Bar’l Festival deriva da “tar” che è il termine inglese per il catrame, mentre “Bar’l” (ma anche Bah’l, Bahl e Baal) è la contrazione di barrel, ovvero botte. I partecipanti hanno un ruolo ereditario che si trasmette di padre in figlio. Le donne non sono ammesse nel corteo. Uno strappo alla regola fu fatto in realtà negli anni Cinquanta, quando parteciparono un paio di donne, ma da allora non è più successo. Nelle botti, che possono superare i 15 chilogrammi di peso, oltre al catrame può essere aggiunta della segatura e anche un po’ di paraffina: nonostante sia un rituale con una buona dose di rischio, da quando è documentato nessuno dei partecipanti ha riportato ustioni. Solo una volta un costume ha preso fuoco, per fortuna senza conseguenze.

Redazione

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