Prende il via il percorso di Tempi Nuovi: i Popolari uniti. Riparte da uno degli indirizzi dei grandi vertici della Dc – la Casa Bonus Pastor di via Aurelia, a Roma – dove quella storia aveva perso il filo, era stata interrotta. E adesso si guarda avanti. Al futuro: la scadenza c’è, le Europee.

Il nome magari anche, tra Popolari Uniti o Alleanza per l’Europa. La “scintilla”, come la chiama Beppe Fioroni, è la soglia del 4 per cento alle Europee e l’obiettivo è ridare organicità, e un riferimento politico, al ceto medio. Insomma, “il centro è tornato”, o sta tornando. Non che sia la prima volta che l’operazione viene messa in cantiere ma Fioroni, che ha lasciato il Pd dopo l’arrivo di Elly Schlein, ha idee e percorso chiari.

E compagni di strada leali, tanto per partire bene. All’incontro ‘Come trasformare il presente’, occasione per sviluppare ‘riflessioni sull’impegno pubblico dei cattolici’, parlano i fondatori del nuovo soggetto. Giorgio Merlo e Beppe Fioroni. “Di fronte a questa afonia della politica dobbiamo chiedere un favore, fare lo sforzo di una pausa dall’assenza di pensiero”, sintetizza con il consueto disincanto Fioroni. “Facciamo la nostra parte” rivendica, segnalando che “questo Centro è stato talmente bistrattato e demonizzato che per rimetterlo in piedi serve la responsabilità di capire che gli elettori stanno avanti a noi, il coraggio di fare scelte e di superare il trauma, che con le Europee non si pone, del dove stai, qui o là”. “Entro ottobre – anticipa allora Fioroni – questo giro di chiacchere si concluderà e mi auguro che ci saremo tutti, all’80 o al ‘90 per cento per cento e se prendiamo più del 4,1 per cento – ragione – saremo titolati a dire che il centro è risorto. Quella è la scintilla”.

Scintilla che scoccherà, pronostica il padrone di casa, “quando si otterrà il risultato di dimostrare che il Centro c’è, allora tanti altri, oltre agli elettori, avranno il coraggio di salire a bordo”. Un messaggio mirato alla “vera vittima di questa lunga fase di transizione, specie in Italia, che è il nostro ceto medio, affamato e frammentato e che pur essendo maggioranza guarda i propri figli sapendo che probabilmente non avranno il futuro dei padri, vive l’angoscia del futuro, della pensione e del lavoro”.

“La sfida è essere catalizzatore di questo ceto medio disarticolato. Non è semplice – riconosce – ma anche è necessario che si rimetta al centro, con i Popolari Uniti o con l’Alleanza per l’Europa”. O con quello che sarà. Intanto, prima dell’intervista conclusiva con Francesco Verderami del Corriere, Fioroni chiama a raccolta il sondaggista Lorenzo Pregliasco, per un punto di vista tecnico sulle potenziali praterie del Centro (“mentre in Europa, i popolari del PPE sono la rappresentanza più numerosa, in Italia pur essendoci un’importante parte che si riconosce nei valori del popolarismo, questa parte di elettorato non trova rappresentanza nel Parlamento”).

Parlano poi dal podio Enrico Borghi e Elena Bonetti. Il confronto con Italia Viva è serrato. La sfida da affrontare in vista delle elezioni Europee è la costruzione di una lista che possa fungere da catalizzatore di tutte le energie e culture riformiste e democratiche di centro di questo Paese”, dice infatti il senatore Borghi, di Iv. Che prosegue: “Al centro della costruzione di una proposta di lavoro comune devono esserci invece l’identità e i contenuti. Tra i tanti ne cito due. Il tema della trasformazione della persona in merce, sorprendentemente non colto a sinistra dove vi è chi pensa che una ragazza Ucraina che vende il proprio figlio per bisogno non sia un soggetto debole da tutelare; e quello della metamorfosi della democrazia in info-crazia, come cioè il capitalismo digitale utilizzi i nostri dati per renderci oggetto di controllo, trasformando la persona da soggetto a oggetto.

Questi due elementi sono governati solo a livello europeo”. La formazione centrista guidata da Beppe Fioroni aveva da poco reso noto il simbolo, fatto di richiami all’europeismo e alla storica Margherita, per lungo tempo riferimento del centrismo cattolico dei popolari. “Sono rimasto sorpreso per l’esito di questa nostra prima giornata di vita”, dichiara Fioroni al Riformista. “In un afoso venerdì di luglio, quasi 250 persone presenti in sala e 8000 collegate online danno l’idea di come la nostra novità venga accolta oltre le migliori aspettative”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.