E adesso avanti march”, dice Giorgia ai suoi Fratelli. Avanti e soprattutto lontano dalla palude dei casi Delmastro, Santanchè e La Russa. Oltre l’imbarazzo – politico e non solo giudiziario – dei suddetti casi che rivelano inadeguatezza e, nel caso Santanchè, un vero e proprio conflitto di interessi. Il punto infatti non è l’avviso di garanzia o l’iscrizione al registro degli indagati, due momenti diversi dell’indagine. Il punto è fino a che punto l’Agenzia delle entrate si sentirà libera di valutare se un piano di rientro da un debito di quasi due milioni sia adeguato o meno nel momento in cui quel piano è presentato da un ministro in carica. Avanti march, oltre la guerra dichiarata dalla premier alla magistratura sperando forse di confondere le acque. Avanti march per far vedere che il governo c’è, sta bene e lavora. Poi si vedrà a settembre cosa fare: per quella data la procura dovrebbe rendere note le decisioni sui debiti della Visibilia e della Ki Group e, più di tutto, sarà nota la valutazione sul piano di rientro dal debito accumulato col fisco italiano.

Anche con questa chiave vanno lette alcune decisioni assunte da palazzo Chigi nelle ultime ore. E dopo il colloquio “lungo e cordiale” – oltre un’ora – che la premier ha avuto giovedì sera al Quirinale con il Presidente della Repubblica nonché capo delle toghe in quanto presidente del Consiglio superiore della magistratura.

Il Consiglio dei ministri è stato rinviato a lunedì ma all’ordine del giorno è stata messo, inaspettato, “l’esame preliminare delle riforme istituzionali”. Premierato? Elezione diretta del Capo dello Stato? Il confronto è stato avviato ormai due mesi fa, all’inizio di maggio. Dunque, “nessuna accelerazione” si chiarisce da palazzo Chigi. Chiamiamola “bandierina alzata” visto che nella convocazione del Cdm si precisa che si tratta di “esame preliminare”, dunque una scelta politica. È invece un assist in aiuto a Santanchè la presentazione del disegno di legge per la Disciplina della professione di guida turistica, una norma che certamente aiuterà il consenso della ministra a risalire.

Va classificata, poi, alla voce “vogliamoci bene” l’ufficializzazione che il governo metterà mano il primo possibile alla legislazione sull’antimafia. “Prima della pausa estiva – hanno voluto precisare fonti di palazzo Chigi – presenteremo un decreto legge per raccogliere le preoccupazioni della Procura antimafia dopo la pronuncia della Cassazione che ha rivisto il concetto stesso di criminalità organizzata mettendo in discussione le aggravanti speciali, i benefici penitenziari e così via”. Un modo, anche questo, per provare a mettere a tacere quello è sembrato a tutti gli effetti uno scontro tra Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il governo si occuperà di mafia ma di quello che suggeriva il Guardasigilli.

In realtà prima della pausa estiva la maggioranza e il governo dovranno occuparsi pancia a terra di ben cinque decreti in scadenza tra la fine di luglio e i primi di agosto: approvazione di procedure europee (scadenza 12 agosto); decreto Pnrr/bollette/ rigassificatori (scadenza 28 luglio): alluvione e commissario (31 luglio); Pubblica amministrazione 2 (scade il 21 agosto), cioè il via libera all’assunzione di qualche centinaio di tecnici. Negli uffici centrali, però. Non negli enti locali che ne avrebbero bisogno. I testi sono tutti in seconda lettura al Senato dove, come sempre, non ci sarà tempo di leggere proprio nulla. Però i passaggi in Commissione sono obbligatori. E qui, complice un fine settimana un po’ più lungo, un riposino o un aperitivo, il rischio-sconfitta – cioè andare sotto nelle votazioni – è dietro l’angolo. Ma Giorgia lo ripete, “Avanti march” Fratelli cari. Senza errori.

Claudia Fusani

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