L'amicizia con Pino Daniele in un duetto
Franco Battiato e il legame con Napoli: quando ‘Era de Maggio’ emozionò 30mila persone in Piazza Plebiscito

Tra le canzoni che Franco Battiato lascia come eredità immortale c’è “Era de Maggio”, la canzone di Salvatore Di Giacomo che ha reso nota la canzone napoletana in tutto il mondo. Era il giugno 2017 quando una folla in 30mila persone scese in piazza per ascoltare le note del maestro che si è spento nella sua casa in provincia di Catania il 18 maggio 2021.
Era una calda estate e Battiato dal palco intonò i versi in dialetto: “Era de maggio, e te cadeono ‘nzino/A schiocche a schiocche li ccerase rosse/Fresca era ll’aria e tutto lu ciardino/Addurava de rose a ciente passe”. Il pubblico ammutolì per l’emozione e alla fine della performance tutta la piazza del Plebiscito, dove si svolse il concerto gratuito in occasione del Napoli Teatro Festival scoppiò in un lungo e caloroso abbraccio.
La grandezza dell’artista si misurò con quella piazza orgogliosa che ha sempre mal tollerato le interpretazioni delle canzoni napoletane da parte di artisti di altre città. Battiato invece riuscì a rapire tutti e la sua resta una delle più belle interpretazioni di “Era de maggio” della storia della musica. Il brano entrò ufficialmente nel 1999 nel disco “Fleurs”, interamente composto con il pianoforte e il quartetto d’archi.
Battiato duettò anche con Pino Daniele. Era il 2010 quando cantò con lui “Chi tene ‘o mare”, che fece parte dell’album “Boogie Boogie Man” del cantautore partenopeo.
Il cantautore siciliano ebbe sempre un buon rapporto con Napoli dove tornò volentieri a suonare. A luglio del 2012 si tenne il suggestivo lo spettacolo che Battiato portò in scena in una Arena Flegrea gremita, accompagnato dall’Orchestra Toscanini. Cinque anni prima il maestro nato a Jonia, in provincia di Catania nel 1945, è stato protagonista di un altro concerto partenopeo all’Arena Flegrea alla Mostra d’Oltremare per il “Carpisa Rock Festival”, così si chiamava quell’anno il Neapolis Rock Festival. In quell’anno Battiato aveva pubblicato il suo album “Il vuoto” che rinnovava ormai lo stretto sodalizio con il filosofo Manlio Sgalambro, autore dei testi.
“Una tristezza enorme ci attraversa per la morte del Maestro Franco Battiato, talento unico della musica italiana contemporanea, un fine intellettuale, artista a tutto tondo, amato da tutte le generazioni”, ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, “persona garbata e di grande umanità. Ha espresso con rara intelligenza, ironia e profondità d’animo l’Italia del nostro tempo, i suoi vizi, le sue virtù, i sentimenti di angoscia e di incertezza che la attraversano. Battiato è stato anche un grande uomo del Sud, della sua terra, l’amata Sicilia, che ha sempre bacchettato e allo stesso tempo difeso da pregiudizi e luoghi comuni. Lascia un grande vuoto e un senso di solitudine in tutti quanti noi”.
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