Sembra paradossale ma la pandemia sembra aver cambiato il volto all’antisemitismo che ancora non è purtroppo scomparso. Secondo il Centro di Documentazione Ebraica, nel 2020 sono stati registrati 230 episodi di violenza contro gli ebrei, più o meno lo stesso numero degli anni precedenti. Ma il linguaggio e i modi sono cambiati, soprattutto perché adesso la violenza arriva molto più forte e lontano attraverso il web.

Secondo le ricerche fatte dal Centro di Documentazione Ebraica il fenomeno venuto fuori con prepotenza è il linguaggio sempre più violento. Online c’è un po’ di tutto: gruppi Facebook che promuovono messaggi antisionisti, influencer di ogni sorta che lanciano invettive contro Pfizer additandoli come ebrei. C’è anche chi sostiene che un gruppo di scienziati ebrei abbia diffuso il virus per guadagnare con la produzione di vaccini.

Poi ci sono gli attacchi anche via Zoom, come è successo il 10 gennaio a Lia Tagliacozzo. La giornalista era impegnata in una presentazione online di un libro sulla Shoah quando è stata interrotta da un utente che inneggiava ai campi di sterminio. E il problema sembra non essere solo italiano, tanto che nei giorni scorsi il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato l’allarme per sedare la follia suprematista che va a braccetto con l’antisemitismo e il complottismo a tema Covid: “La propaganda che collega gli ebrei alla pandemia, ad esempio, accusandoli di creare il virus come parte di un tentativo di dominio globale, sarebbe ridicolo, se non fosse così pericoloso”, ha dichiarato

L’odio antisemita corre sui social e sempre più spesso viene associato alla pandemia e molto spesso è collegato a una creta corrente NoVax. “Abbiamo campionato mille tweet in Italia tra marzo e maggio del 2020 e usando alcune parole chiave abbiamo rilevato che circa il 16% erano messaggi di odio – ha detto a Open la professoressa Milena Santerini, nominata coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo –  Si trattava soprattutto sentimenti di natura economica, legati a un’idea di rabbia sociale, rispetto al fatto che i ‘ricchi potenti’ hanno sparso il virus. Sui social si punta molto a questo tipo di antisemitismo che si salda al pensiero cospirazionista. Lo vediamo anche molto con i NoVax e gli antisemiti”.

Che questo nuovo tipo di antisemitismo da pandemia sia pericoloso o comunque molto evidente ne è convinto anche il dimissionario premier Conte che in occasione della giornata della memoria ha scritto in un messaggio: “Sfruttando la crisi pandemica, le teorie complottiste, in cui anche gli ebrei sono spesso considerati capri espiatori, si sono rinvigorite e, attraverso l’utilizzo dei social, si sono diffuse in maniera pericolosamente rapida e capillare. L’unico vaccino che abbiamo contro tali fenomeni è quello di promuovere la conoscenza dei fatti storici, di mantenere viva la luce della Memoria della Shoah perchè, come ha detto George Santayana, ‘Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo’. E con le parole di Primo Levi ‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perchè ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.

Dunque il 27 gennaio, Giorno della Memoria, si conferma sempre di più come un giorno fondamentale, per non dimenticare ciò che è stato. Una data simbolica che ricorda la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, paradigma di tutto l’odio contro gli ebrei. “Oggi, più che mai, è importante – sottolinea Conte – ricordare la profonda ferita inferta alla comunità ebraica in quella tragica pagina della nostra storia e i pericoli che si nascondono dietro al fenomeno del razzismo e dell’antisemitismo che prolifera nella cultura del complottismo, cultura che riemerge con forza nei periodi di crisi”.

“Per prevenire e contrastare questa ostilità, che a volte si trasforma anche in atti di violenza, la Presidenza del Consiglio intende integrare le politiche contro l’odio antiebraico in una Strategia Nazionale contro l’antisemitismo. Con questi sentimenti rivolgo il mio pensiero alla comunità ebraica, rinnovando l’impegno delle Istituzioni perchè la Memoria resti viva nella coscienza personale e collettiva di tutti gli Italiani e si continui a combattere i germi dell’antisemitismo, come ogni altra di forma di razzismo”, conclude.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.