L'esame autoptico
Giovanna Pedretti, tagli su tutto il corpo ma morta per annegamento: indagini a tutto campo. Spuntano altre recensioni, la madre di Tiziana Cantone: “Giovanna come mia figlia”

La triste vicenda di Giovanna Pedretti morta dopo la gogna social. Adesso arriva la conferma: il decesso è avvenuto per annegamento. Questi i primi risultati dell’autopsia effettuata sul cadavere di Giovanna Pedretti titolare della pizzeria ‘Le Vignole’ trovata morta nel Lambro domenica dopo l’esplosione del caso della recensione su gay e disabili.
Il quadro risultato dall’esame autoptico: tagli su tutto il corpo
L’esame autoptico eseguito dal dottor Giacomo Belli del Dipartimento di Medicina legale di Pavia – è compatibile con l’annegamento e le ferite da arma da taglio riscontrate su polsi, un braccio, una gamba e il collo sono ritenute superficiali. L’ispezione cadaverica avvenuta prima dell’autopsia aveva, infatti, evidenziato la presenza di ferite non solo ai polsi e a un braccio, ma anche a una gamba e al collo.
La ricostruzione delle ultime ore prima della morte
La ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano nel pomeriggio del giorno precedente a quello della sua morte, sabato 13 gennaio, era stata convocata in caserma dai carabinieri del suo Comune, “come persona informata sui fatti, quale potenziale vittima dell’intera vicenda”, ovvero il caso della recensione omofoba e contro i disabili da lei denunciata in un post su Facebook. È quanto chiarisce una nota dei carabinieri di Lodi.
L’ipotesi di reato: istigazione al suicidio
I militari – viene spiegato – “ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, al fine di informare la procura della Repubblica competente, convocavano in caserma la signora Pedretti con riferimento ad una recensione pubblicata su Google, e poi rimossa, da un anonimo cliente del suo ristorante”.
Durante il colloquio di “pochi minuti” con i carabinieri, Giovanna Pedretti “confermava il contenuto della recensione, ma non era in grado di fornire ulteriori dettagli sull’identità del cliente”, chiariscono, nella nota, i carabinieri che stanno indagando per istigazione al suicidio sulla morte della donna.
Il caso Tiziana Cantone, la madre “Giovanna come mia figlia”
Teresa Giglio, la madre di Tiziana Cantone, la donna suicidatasi sette anni fa dopo essere stata messa alla gogna sui social per un filmato privato diffuso sulle chat e sui portali web. Teresa Giglio non ha dubbi: il suicidio di sua figlia e quello della ristoratrice di Lodi Giovanna Pedretti hanno le stesse cause.
”Ormai – dice Teresa Giglio – il web è stato trasformato in una Santa Inquisizione, dove ognuno punta il dito e dove non si pesano le parole, senza pensare all’altra persona. Ad esempio, vorrei sapere cosa importava ad alcuni influencer puntare il dito contro quella povera ristoratrice o scoprire se quella recensione fosse vera o fasulla. Cosa cambiava? Eppure sanno che effetto hanno determinate frasi, che influenzano l’opinione pubblica, scatenano le gogne social, provocano gli odiatori e rischiano di distruggere la vita di una persona. Prima di emettere la propria sentenza, perché non pensano alla persona dall’altro lato? Loro non sanno le fragilità che esistono in ognuno di noi o quelle che si possono creare nel momento in cui scatenano i commenti carichi di odio dei loro follower”.
La proposta per fermare “accessi e abusi” sulle recensioni online
Tracciabilità degli utenti ed esibizione di scontrino o fattura per poter lasciare una recensione online sulla pagina di un locale. E’ la proposta di Fipe-Confcommercio per fermare “eccessi, abusi” e quelle che il presidente della federazione dei pubblici esercizi, Lino Stoppani, in un’intervista ad Adnkronos, definisce “patologie”, alla luce anche di quel che è successo a Sant’Angelo Lodigiano.
Ovvero “Un dramma familiare e umano, su cui c’è solo da portare rispetto”, dice Stoppani, esprimendo “vicinanza e solidarietà” alla famiglia di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta domenica nel Lambro, dopo il caso della recensione omofoba e contro i disabili. Mentre gli inquirenti sono alla ricerca dell’eventuale autore, la vicenda di Sant’Angelo Lodigiano ha riaperto la discussione sulle recensioni online, con il ministro del Turismo Daniela Santanchè che ne propone una regolamentazione.
“Quello delle recensioni è un tema su cui noi siamo molto sensibili. Prima c’erano le guide gastronomiche, che facendo i commenti che ritenevano corretti, sono state fondamentali nella valorizzazione della ristorazione. Sono utili anche le recensioni online, ma sono da evitare gli abusi, gli eccessi e le patologie”, dice Stoppani
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