Ha attaccato a testa bassa i giornali per cui scrive o ha scritto in passato. Ha pubblicato i messaggi d’odio ricevuti. Ha difeso a prescindere il compagno chef Lorenzo Biagiarelli, “l’unico ad aver scritto una cosa vera, con parole misurate e chiamando la signora per verificare”. Ha annunciato di trasferirsi “per un po’” solo su Instagram, lasciando X per un tempo imprecisato. Selvaggia Lucarelli respinge le critiche delle ultime ore dopo il suicidio di Giovanna Pedretti, la 59enne proprietaria della pizzeria “Le vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, e le polemiche relative alla recensione omofoba.

Selvaggia Lucarelli: “Morte Pedretti usata per banchettare”

Un duro attacco quello dell’opinionista televisiva e influencer, che nei mesi scorsi ha lasciato l’Ordine dei giornalisti, rivolto soprattutto ai suoi ex colleghi. “Se i social sono roba diversa dal giornalismo, come mai il giornalismo attinge tutti i giorni dai social e a mani basse?”. Poi la stoccata: “Di questa signora morta non importa nulla a nessuno. Ognuno la sta usando per banchettare alla sua tavola”. Lucarelli replica anche alle accuse della politica, del centrodestra: “La politica (che mi usa per dire “la sinistraaaaa”. Ma sinistra a chi? Quale sinistra?). I colleghi a cui stavo poco simpatica (si sono presentati tutti all’appello, nessuno che abbia almeno finto di non godere per la morte della signora). I giornali stessi, che possono continuare con la narrazione rassicurante “non siamo mica noi! È la solita cattivona di Selvaggia!”. Da cui ovviamente si prendono notizie o distanza a seconda della comodità del momento. E le tv, ci mancherebbe”.

Secondo Selvaggia Lucarelli “ancora nessuno ha il coraggio di fare una riflessione sul ruolo della stampa in questa vicenda e domandarsi perché una notizia irrilevante e pure falsa era in home ovunque. Si preferisce scaricare le colpe più genericamente sui social brutti e cattivi, social che alla fine sono il perfetto capro espiatorio del giornalismo”.

Lucarelli: “Se ogni volta una persona criticata si toglie la vita, i giornali dovrebbero chiudere”

Sul metodo-Lucarelli, più volte criticato dalle prede di turno e da addetti ai lavori, taglia corto: “Da giorni i giornali soprattutto di destra parlano di metodo ricorrente, di cattiveria costante bla bla. Si dimenticano che il debunking è stato opera di una persona che si occupa di cibo e ristorazione, che non ha mai criticato nessuno, che non manganella, è sensibile e pacifica e non “brinda con me chiedendosi chi sarà il prossimo da sputtanare” (cit. Repubblica). Quello che non si può dire, è che ha avuto due sfortune: che la povera signora si sia suicidata (spero si capisca il senso) e che è il mio fidanzato. Se ogni volta che una persona finisce sulle cronache criticata per qualche motivo si suicidasse, i giornali dovrebbero chiudere. Però può succedere sempre, lo sappiamo, e succede più spesso di quanto le cronache raccontino”.

Lucarelli: “Suicidio Pedretti dopo shitstorm? Semplificazione da bar”

Sul suicidio di Giovanna Pedretti aggiunge che “non succede perché la shitstorm è troppo grossa. Questa è una semplificazione da bar. La bidella pendolare o la professoressa che aveva la relazione con lo studente si sarebbero dovute uccidere, allora. Il suicidio si inserisce in un quadro più complesso, purtroppo- salvo casi evidenti o eclatanti- non sempre immaginabile. Le critiche possono essere una concausa, il che non vuol dire che si può offendere o denigrare. Perfino la povera Cantone aveva pregressi dolorosi. In questo caso specifico, poi, si continua a parlare di gogna e valanghe di commenti, ma è semplicemente falso. C’erano pochi commenti, oggi forse sul mio fb (in cui avevo solo condiviso il post di Lorenzo) ne vedete di più perché sono quasi tutti insulti. A noi. Ed è falso che la signora sia stata aggredita o manganellata, basta leggere la manciata di post”.

Lucarelli: “Goduria giornali può uccidere più di una critica per una bugia”

Poi la considerazione finale ai limiti del vittimismo: “Chiudo dicendo che essere associati a suicidi con questa facilità sui giornali e questa goduria generale potrebbe uccidere molto più che una critica per aver raccontato una bugia, ma alla fine se mai si ammazzasse qualcuno si potrebbe sempre dare la colpa ai social. Gli unici, in questo caso, che avevano raccontato la verità. E se l’avevano raccontata con ferocia (invito a leggere il post di Lorenzo) la domanda con cui vi lascio è: come mai, prima del tragico gesto, nessuno se ne era lamentato?”

Redazione

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