Il quesito referendario
Giudici e Pm, perché è importante distinguere le carriere
La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile un importante quesito referendario in materia di giustizia sulla distinzione delle funzioni. Al di là delle pur importanti differenze tra distinzione delle funzioni e separazione delle carriere, è indubbio che i due concetti rispondono a una medesima ispirazione, quella tipica di una cultura liberale basata su pesi e contrappesi e sull’equilibrio delle istituzioni. Alcuni di noi, richiamando anche la revisione costituzionale che aveva investito nel 1999 l’articolo 111 della Costituzione, avevano già promosso un appello ad inizio legislatura sulla separazione delle carriere.
In uno dei passaggi chiave il testo da allora vigente recita: “Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale”. È evidente che se il giudice deve essere terzo la sua carriera non può essere unica rispetto ai magistrati del pubblico ministero, che costituiscono una parte. Più si separa e più si distingue tra carriere e funzioni meglio è ai fini della coerenza con quella importante revisione costituzionale. Per questa ragione riteniamo giusto oggi invitare il Parlamento a procedere in tale direzione e dichiariamo sin d’ora che, se le iniziative parlamentari non fossero sufficienti a superare il quesito, riteniamo doveroso impegnarci per il successo del Sì.
Invitiamo chi vuol aderire a questo appello a scrivere alla casella mail: megliodistinguere@gmail.com
Primi firmatari:
Claudio Petruccioli, Giovanni Cominelli, Alberto De Bernardi, Luca Diotallevi, Claudia Mancina, Alessandro Maran, Enrico Morando, Massimo Negarville, Magda Negri, Mario Raffaelli, Mario Rodriguez, Marco Taradash
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