Maggioranza ritirerà tutti gli emendamenti
Giustizia, intesa nella maggioranza: mediazione sui reati di mafia, ok anche dai 5 Stelle
Accordo raggiunto in Consiglio dei ministri sulla riforma della gisutizia Cartabia. Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle sono infatti tornati sui loro passi dopo aver ‘minacciato’ l’astensione sul provvedimento che va a superare l’ex riforma Bonafede.
La Guardasigilli Marta Cartabia e il presidente del Consiglio Mario Draghi, assieme al ministro Pd Andrea Orlando, ora al dicastero del Lavoro ma alla Giustizia col governo Renzi, hanno trovato la quadra per non spaccare la maggioranza sul testo.
La soluzione è stata dunque trovata allungando i tempi per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024. Fino a sei anni in appello per i processi per delitti con aggravante mafiosa.
Rientrati quindi i dubbi del Movimento 5 Stelle sull’improcedibilità per l’articolo 416 bis.1 del codice penale, sull’aggravante mafiosa. Una deroga esplicita per quei reati ci sarebbe nella fase transitoria, con la possibilità di termini fino a 5 anni a regime.
Accordo che chiude una giornata convulsa in cui si era arrivati ad un passo dalla rottura. Il Consiglio dei ministri convocato originariamente per le 11:30 era stato infatti spostato alle 14, tempo necessario a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle per confrontarsi ancora una volta sui contenuti della riforma della giustizia proposta dalla Guardasigilli Marta Cartabia.
Pentastellati che avevano minacciato l’astensione sul provvedimento senza alcune modifiche al testo considerate fondamentali per accettare l’impianto della riforma, ovvero i reati coperti dall’articolo 416 bis.1 del codice penale, sull’aggravante mafiosa.
Con l’accordo raggiunto nella maggioranza, la riforma del processo penale andrà nell’aula della Camera domenica primo agosto alle 14.
Alla fine quindi ‘vincono tutti’, come da tradizione italica, con i vari leader di partito che rivendicano i propri successi. A partire ovviamente da Giuseppe Conte, che ai cronisti si dice comunque soddisfatto: “Non è la nostra riforma, ma abbiamo dato un contributo. C’è stata l’opposizione della Lega sui processi per mafia”.
Una riforma che per il segretario Dem Enrico Letta “si avvicina all’Europa e fa compiere grandi avanzamenti in termini di modernità ed efficacia. Cartabia ha trovato il giusto equilibrio per superare la riforma precedente senza scadere nell”impunità. Ci siamo spesi per l’accordo. Ne siamo contenti”.
Ma esultano anche i due ‘Mattei’, Salvini e Renzi. “Come chiesto dalla Lega, non rischieranno di andare in fumo i processi per mafia, traffico di droga e violenza sessuale. E ora avanti tutta con i referendum che completeranno il profondo cambiamento chiesto dai cittadini”, dice il numero uno del Carroccio, mentre il leader di Italia Viva festeggia perché “il caro estinto è la riforma Bonafede”.
Ma la più soddisfatta è certamente il ministro della Giustizia Marta Cartabia, che porta a casa la riforma nel giorno del suo onomastico. “E‘ una giornata importante: lunghe riflessioni per arrivare a un’approvazione all’unanimità con convinzione da parte di tutte le forze politiche. Ora c’è l’obiettivo di accelerare il più possibile per concludere se possibile prima della pausa estiva questa importantissima riforma”, ha spiegato al termine del Cdm.
Il Guardasigilli ha ottenuto infatti “l’impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza con l’obiettivo di concludere nei prossimi giorni” l’approvazione della riforma.
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