Pagnoncelli, sul Corriere, ha disegnato il corpo elettorale. Una analisi del voto, per età, reddito, professione, titoli di studio. Ci dice chi vota per chi. E ci dice che la metà degli italiani non vota.

Già nelle intenzioni di voto, quasi la metà degli italiani dichiara di non voler votare. È tanto. Perché poi nel voto reale, inevitabilmente, questa percentuale aumenta. Le campagne elettorali non inducono al voto. Sono diventate campagne delle preferenze, dove si possono esprimere, e/o di affidamento al leader di turno. Si votano gli amici, i capi, i simboli. Molto meno le idee. Ma questo richiede una riflessione a parte. Perché è la fotografia di una profonda e diffusa indifferenza non per la politica, non solo, ma per la democrazia. Vediamo chi vota. E per chi. E perché.

FdI e Pd sono più alti delle elezioni politiche di 2 anni fa. Circa 2 punti in più. Per il principale partito di opposizione significa, con i 5 stelle di poco sopra il 10, aver acquisito la centralità, la prevalenza indiscutibile dell’opposizione. Non era scontato.  Significa anche però, che siamo al 22.5, non basta per vincere le elezioni e che oltre se stesso ci sono solo cespugli e i 5 stelle, che vivono se distanti dal Pd. E il cespuglio più grosso, Avs, è il principale ostacolo per la crescita nei settori possibili di crescita: giovani e laureati. FdI e Meloni. Non pagano i due anni di Governo. Come era successo a Renzi e Salvini. Ed è il fatto politico più rilevante. Anzi la Meloni cresce. Che significa? Significa che ha saldamente preso il posto che era di Berlusconi nel centro destra. Nella leadership, nell’ insediamento sociale, nella riconoscibilità internazionale. E intorno a sé ha partiti più solidi degli alleati del Pd. E con un vincolo di alleanza solidissimo, nonostante le apparenze. Esiste, lo ha creato Berlusconi, un elettorato di centro destra che si è cementato. Che è erede, in parte, del pentapartito (moderato e anti sinistra e anti giustizialista), più Lega ed ex missini. Con variazioni interne ma con confini larghi e alti. Pensare di mettere sotto, di battere questo blocco, dichiarando questa gente fascista e ignorante e impresentabile e con politiche anti impresa e giustizialiste o con “diritti civili”, come somma di tutti di desideri delle classi più agiate, non funziona. Non funziona. E non funziona nemmeno la via giudiziaria al potere. Più volte praticata. La maggioranza degli italiani che vota ha ormai un vaccino potente. Per queste robe qui. Vediamo perché, a conferma di quanto sopra detto. Vediamo la profondità dell’insediamento sociale.

L’insediamento sociale dei partiti

Il Pd supera la propria media elettorale, di molto, fra i 6 e i 10 punti in più, tra i ceti medio alti e alti e fra i pensionati e gli anziani in genere. Il peggior risultato fra gli operai: 16%. È il partito dei ricchi, dei benestanti e dei garantiti. Una strana sinistra. Che scorrazza nei Talk. Respingente per molti. Strutturalmente. Fratelli d’Italia, come Forza Italia, sono alti fra imprenditori, liberi professionisti, commercianti, artigiani, operai. Sì operai. I non garantiti. Ed è così da decenni. Una cosa ormai solida. Poi c’è Avs che prende i voti da laureati, insegnanti e studenti. Le piazze del dissenso rumoroso e pericoloso. La dice lunga sulle scuole italiane. Oltre la metà di chi vota 5 stelle è composta da persone disoccupate e con bassa scolarizzazione. Cioè da persone in attesa dello Stato, che sia reddito di cittadinanza o altro. Cioè, l’elettorato dal quale il Pd è più distante. Non per sensibilità e cultura, ma per insediamento sociale. E sono due cose che non si attaccano. Sono le cose più difficili da attaccare. E i Bersani e i Bettini non hanno colla a sufficienza. Fra i due popoli di sociale ci può essere solo l’invidia sociale e di politico solo l’antipolitica. C’è un solo punto di unione, il giustizialismo, che però è ciò che tiene solida la parte avversa. Questo è il quadro. Mi sembra.

C’è poi il Centro di ispirazione liberale e riformista: +Europa, Italia Viva e Azione. Due per cento a testa. +Europa ormai cerca l’ombra del Pd, saldamente a difesa delle Procure. Renzi e Calenda, lo sappiamo, sono i più intelligenti di tutti, ed è questo, paradossalmente, il loro limite principale. Qui l’analisi diventerebbe di altro tipo. E siamo a Natale. Non va bene. Eppure, i dati di Pagnoncelli dicono che guardano a questa area, nonostante tutti i pasticci, i ragazzi dai 18 ai 34 anni, qui sarebbe quasi al 12 per cento. Studenti, oltre l’11 per cento. Imprenditori, professionisti, dirigenti e persone con titoli di studi più elevati. Circa il 10 per cento.  Ma anche persone con redditi bassi, non è una contraddizione, perché proprio fra i ragazzi e gli studenti il reddito è basso. Ma sono ragazzi, evidentemente, che aspirano a diventare autonomi, nelle professioni, nelle imprese, nel lavoro. È un segno interessante. Sul quale lavorare.