Hamas continua il suo gioco perverso. Ha rifiutato la proposta israeliana di estendere la tregua, e continua a tenere in ostaggio non solo i civili israeliani (i vivi e i morti), ma anche i due milioni di abitanti di Gaza. L’ultimatum del movimento terrorista è semplice: non ce ne andremo da Gaza. Quindi, o gli viene permesso di restare al potere oppure accetterà senza battere ciglio l’opzione della ripresa dei combattimenti da parte d’Israele: in poche parole, la stessa politica perseguita dal loro defunto leader Yahya Sinwar.

Hamas tiene in ostaggio gli innocenti di Gaza

I nuovi dirigenti di Hamas non negoziano seriamente, ma ricattano il mondo, e da vigliacchi quali sono trascinano gli ostaggi israeliani e la gente innocente di Gaza in un incubo senza fine. La loro codardia, così come la loro bramosia di potere, non è mutata. Hamas, nonostante le minacce degli Usa e d’Israele, aveva già formato un nuovo governo per amministrare Gaza, prima ancora che l’Egitto presentasse la sua proposta che includeva la ricostruzione della Striscia senza sfollare i suoi cittadini e senza Hamas al potere. Tanto per essere chiari: parliamo dell’Egitto, che ha chiesto soldi alla popolazione di Gaza per permetterle di fuggire dalla guerra. E che poi ha finto indignazione per lo sfollamento dei palestinesi nella Striscia.

La memoria corta sugli orrori di Hamas

E visto poi che ieri era l’8 marzo, la giornata internazionale della donna, è importante riportare le testimonianze di Hadar Sharvit e Yuval Tapuchi, due ragazze israeliane sopravvissute al massacro del Nova Festival, che hanno vissuto, in prima persona, la malvagità e la vigliaccheria di Hamas. Il 7 ottobre i suoi militanti si sono scagliati in particolare contro le donne, stuprate, brutalizzate e soggette a violenze inenarrabili. Le due ragazze sono state invitate per la manifestazione organizzata a Roma dall’Associazione Setteottobre al Campidoglio. Ecco una sintesi del racconto dell’israeliana Hadar Sharvit, 28 anni.

“Siamo la voce di quelli che non possono più parlare. Ho visto le persone colpite dai terroristi di Hamas, che urlavano Allah u Akbar. Ho visto persone che sanguinavano e queste immagini le continuo a portare dentro ogni notte – ha ricordato – Ho assistito agli abusi, alle violenze, agli stupri. Ho sentito le grida degli uomini e delle donne che erano ancora vive e poi il silenzio. È stato un inferno. Sento e provo dentro di me la brutalità di Hamas contro quelle donne. Provo vergogna per l’umanità”. Ora, com’è possibile che quelle violenze siano state cancellate così in fretta dal dibattito pubblico?