La Toscana è famosa in tutto il mondo per le sue bellezze, tra opere d’arte e paesaggio, eppure il governatore Eugenio Giani scommette anche sulla «Toscana Diffusa», tanto da farne una scelta prioritaria di governo, una progettualità orientata alla valorizzazione dei due terzi dei Comuni che sono meno raggiungibili.

Cos’è la «Toscana Diffusa»?
«È un modello di sviluppo che combatte gli squilibri territoriali e promuove una crescita equilibrata: sostiene territori e comunità più fragili valorizzandone le specificità. Parliamo di territori caratterizzati da minore densità abitativa e maggiore difficoltà di collegamento alle più grandi concentrazioni urbane e che comunque hanno rilievo storico, culturale paesaggistico e ambientale».

Concretamente, che cosa fate?
«Intanto l’atto fondamentale di governo, ovvero il programma regionale di sviluppo 2021-2025, identifica come “Toscana Diffusa” l’insieme dei Comuni che per caratteristiche di territorio o di accessibilità vivono una condizione di perifericità nell’accesso alle reti di collegamento materiale e immateriale, ai servizi socio-sanitari e assistenziali, allo studio e alla formazione, al lavoro, all’insediamento ed all’esercizio delle attività produttive nonché all’offerta culturale e ai servizi digitali. Per questo vorremmo una legge per promuovere una crescita equilibrata di tutta la Toscana, sia in termini economici che sociali, e assicurare parità di diritti a tutti i cittadini toscani indipendentemente da dove vivono. La legge ci permetterà di mettere a sistema iniziative e investimenti finalizzati proprio a garantire il pacchetto minimo di servizi che potremmo definire ‘di cittadinanza’. E lo faremo attraverso un’attenta distribuzione territoriale delle risorse del bilancio regionale, che insieme a quelle dei programmi regionali finanziati con fondi europei e del Pnrr in totale valgono oltre 15 miliardi, per non lasciare nessuno indietro, specialmente i territori più fragili».

Quali sono i rapporti di questo «modello» con i poli più forti, protagonisti e motore di sviluppo della Regione?
«Di assoluta condivisione, anche perché l’intervento sulle aree periferiche può contribuire a decongestionare quelle più centrali e quindi migliorare servizi e qualità del vivere anche lì. Stiamo parlando di anima, storia e identità della Toscana, come terra e come insieme di comunità territoriali, dove garantire uno sviluppo equilibrato assicura diritti, opportunità e qualità di vita ai residenti. Non esiste una Toscana a “due caratteristiche”, ma è la stessa Toscana che può essere quella concentrata nelle aree metropolitane così come quella che nel territorio più sparso. Ne sono un esempio virtuoso tutti i Comuni, soprattutto quelli piccoli, impegnati a lavorare per conquistare per i propri cittadini qualità del vivere e dell’abitare».

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