Da “lavali col fuoco” a “infettali col Coronavirus”. Un richiamo imbarazzante quello mostrato domenica sera da Non è l’Arena, la trasmissione di La7 condotta da Massimo Giletti che ormai da tempo sta proseguendo una campagna mediatica sulla Campania e sul suo presidente Vincenzo De Luca.

Ma se le critiche e le accuse, anche violente, possono rientrare nell’ambito di un dibattito su un tema caldissimo come quello della sanità e dei presunti errori della Regione Campania nella gestione dell’epidemia di Coronavirus, utilizzare il Vesuvio che erutta il virus come grafica per il dibattito è un atto di sciacallaggio mediatico.

Un richiamo violento a quella iconografia che richiama al Vesuvio, quei cori noti a tutti da decenni che si sentono negli stadi contro il popolo napoletano e che trovano sponda così in una trasmissione che dovrebbe fare approfondimento giornalistico.

A rendere tutto ancora più inquietante anche la presenza in collegamento video del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che nel corso della trasmissione non ha mai proferito parola sulla scelta di Giletti e ‘Non è l’Arena’ di utilizzare il Vesuvio con quel fine.

Sui social sono spuntati decine di messaggi contro la scelta di Giletti e Non è l’Arena di utilizzare quell’immagine per discutere della “battaglia dei numeri” della Campania. C’è chi la definisce “cattiva, razzista, di cattivissimo gusto” e chi parla di “giornalismo leghista ed anti-meridionale” da parte di Giletti.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia