Nel mirino 28 deputati del partito del popolo
In Polonia è caccia al deputato, Donald Tusk in bilico: 13 novembre data chiave

“Bentornato a Bruxelles, Donald Tusk”, aveva detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola incontrando il leader polacco il 25 ottobre scorso, poco dopo il risultato delle elezioni polacche che avevano visto la sua coalizione vincere. A Bruxelles per il pre-summit del Partito popolare europeo, Tusk si era dimostrato ottimista: “La Polonia ha mandato un segnale, fermare populismo ed estrema destra si può”. Beh, i risultati gli avevano dato ragione: il partito del premier e del presidente della repubblica, il PiS alleato a Bruxelles con i conservatori di Giorgia Meloni (ECR), non aveva più, almeno sulla carta, i numeri per governare, avendo conquistato “solo” 194 seggi sui 460 del parlamento di Varsavia che, anche sommati ai 18 dell’estrema destra della Confederazione, non gli davano la maggioranza.
A quasi tre settimane dal voto, però, il presidente polacco Andrzej Duda prende tempo, continua a non affidare l’incarico di formare il governo a Donald Tusk ed anzi, terminate le consultazioni, sostiene apertamente che i “candidati seri” sono due, citando oltre al leader vincitore anche il premier uscente, Morawiecki, esponente del PiS. Il problema è che, come avevamo già paventato su queste colonne, le sirene che può far suonare e le leve che può far muovere il PiS, partito al potere da molti anni, sono molte.
E quindi è già iniziata una vera e propria “caccia al deputato” da parte degli uomini del PiS, per convincere una ventina di parlamentari a passare dalla sua parte e formare – insieme probabilmente alla Confederazione di estrema destra – un governo di centro-destra-destra, con uno schema non molto dissimile da quello italiano. Nelle mire, da quanto si apprende, soprattutto i 28 deputati del partito del popolo, una piccola formazione anch’essa membra del partito popolare europeo che si è alleata con i liberali di Polska 2050 nella “Terza Via”, una coalizione arrivata terza alle elezioni di ottobre.
Che l’operazione riesca non è detto, visto anche il risultato molto netto delle elezioni, dove il PiS ha ricevuto una sonora sconfitta e – questa è la novità vera – ha perso non solo nelle grandi città, ma soprattutto nei suoi bacini elettorali, nelle campagne e nelle piccole città dove inaspettatamente l’affluenza è salita ed i giovani hanno deliberatamente votato per mandare a casa Morawiecki e il suo sistema di potere. Ma, si sa, la politica è spesso lastricata di belle intenzioni. Una cosa è certa: il 13 novembre si riunirà il nuovo parlamento e per allora Duda, numeri favorevoli o no, dovrà scegliere che mossa fare.
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