Due pesi, due misure
La Cina è vicina al Movimento 5 Stelle: giallo sui tanti incontri europei nonostante i paletti Ue
L’eurodeputato Della Valle ha ricevuto tre volte la delegazione di Pechino. Pochi giorni fa Conte contro Meloni: “Errore stracciare la via della Seta”

Ricordate le visite «a carattere strettamente personale» a casa dell’ambasciatore cinese che Beppe Grillo effettuava alcuni anni fa, quando era ancora Garante con pieni poteri del Movimento? E la sottoscrizione degli accordi per la Nuova Via della Seta, da parte di Giuseppe Conte, nel 2019? Solo pochi giorni or sono l’ex premier, ospite di Andrea Pancani a Coffee Break, La7, aveva rivendicato: «Meloni ha strappato la Via della Seta per compiacere Washington».
Gli incontri mensili con diplomatici cinesi
La propensione di quel partito per il paese di Xi Jinping prosegue a pieno ritmo. Anche l’eurodeputato del Movimento Cinque Stelle, Danilo Della Valle ha una vera e propria passione per la Cina. Stando al suo registro degli incontri ufficiali presenti sul sito del Parlamento Europeo dal settembre del 2024 ha incontrato per ben tre volte la rappresentanza diplomatica cinese in Europa. Incontri registrati e quindi trasparenti, ma il Parlamento Europeo nel 2023 aveva posto dei paletti agli incontri con le delegazioni cinesi che ancora risultano in vigore.
Gli incontri infatti con i delegati cinesi dalle linee guida del Parlamento Europeo sono fortemente sconsigliati, i funzionari della Cina possono essere incontrati solo per esigenze di ufficio riguardanti dossier in discussione nelle commissioni.
I paletti dell’Ue
Della Valle fa parte della commissioni esteri ma al momento non c’è nessun dossier che richieda incontri quasi mensili con i rappresentanti della repubblica popolare cinese. Gli incontri devono essere comunicati preventivamente ai servizi di sicurezza del Parlamento. Inoltre, permangono ancora i divieti sulle visite ufficiali del Parlamento e dei suoi membri in Cina. Tutto questo ha origine perché il paese del Dragone ha commutato sanzioni personali verso vari eurodeputati componenti della sottocommissione per i diritti umani, tra cui il socialista Raphaël Gluksmann, colpevoli di aver denunciato la violazione dei diritti umani nel Paese e il genocidio degli uiguri, la minoranza mussulmana cinese, che da decenni subisce internamenti di massa in campi di concentramento, sterilizzazioni forzate e persecuzioni in tutta Europa.
Due pesi, due misure
Temi che a quanto pare non suscitano l’indignazione di Della Valle, pronto a parlare della drammatica condizione del popolo palestinese, ad accusare di genocidio Israele, a stigmatizzare nei suoi emendamenti l’immaginario nazismo ucraino, ma a dimenticare le violenze contro dissidenti cinesi e una minoranza da sempre oggetto di un programma di sterminio programmato. E dire che il Parlamento Europeo aveva precisato, in una raccomandazione approvata nel dicembre 2023, che occorre «incoraggiare un maggiore coordinamento interparlamentare con i parlamenti degli Stati membri dell’UE sulla Cina e utilizzare appieno la diplomazia parlamentare, in particolare con i paesi del Sud del mondo, e rafforzare il partenariato parlamentare dell’UE con i partner che condividono gli stessi principi; garantire un flusso affidabile e regolare di informazioni tra le varie istituzioni dell’UE sugli incontri con i rappresentanti cinesi sia a livello amministrativo che politico», tendendo così a centellinarli. Poco importa a Della Valle, per il quale la Cina è vicina, nonostante ci siano suoi colleghi ancora sottoposti a sanzioni e lo scandalo corrutivo legato a Huawei sia avvenuto appena poche settimane fa.
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