È la vittoria di Viktor Orban, il presidente autoritario dell’Ungheria noto per le sue posizioni su omosessualità, omotransfobia e per la stretta sempre più forte alle istituzioni democratiche del suo Paese. La UEFA, la massima autorità calcistica europea che organizza gli Europei di calcio in corso, ha vietato, dopo il pressing ungherese, all’amministrazione comunale di Monaco di Baviera di illuminare con i colori dell’arcobaleno l’Allianz Arena in occasione della partita degli Europei di calcio tra Germania e Ungheria, in programma mercoledì 23 giugno.

Una mossa “politica” che non è piaciuta all’istituzione guidata dallo svizzero Aleksander Čeferin, in carica dal 2016 e recentemente diventato ‘volto noto’ per la diatriba legata alla nascita e alla precoce ‘morte’ del progetto della SuperLeague di calcio.

Secondo la Federazione europea infatti la richiesta del Comune di Monaco di Baviera di illuminare lo stadio con i colori arcobaleno è una risposta “a una decisione politica che è stata presa dal parlamento ungherese”. Il riferimento è alla recente approvazione in Ungheria di una legge che, di fatto, paragona l’omosessualità alla pedofilia.

Nella risposta alla lettera del sindaco di Monaco, Reiter, l’Uefa ha proposto tre date alternative per l’iniziativa: il 28 giugno per il Christopher Street Liberation day, o un giorno tra il 3 e il 9 luglio, quando si celebrerà la settimana del Christopher Street day a Monaco, quando si svolgeranno cioè eventi e parate a sostegno delle cause Lgbtq+.

La scelta della UEFA di bocciare l’Allianz Arena ‘arcobaleno’ non è stata accettata di buon grado: “L’arcobaleno sarebbe un segnale che rappresenta la libertà della nostra società. La bandiera rappresenta come vogliamo vivere, nel rispetto reciproco e senza discriminazioni”, ha replicato l’amministrazione locale.

Nei giorni scorsi l’Ungheria si era lamentata con l’UEFA per la proposta del Comune di illuminare l’Allianz Arena: il regolamento della Federazione europea prevede infatti che gli impianti che ospitano le partite dei tornei vengano illuminati solo con i colori delle nazionali o con quelli a cui è associata l’immagine della competizione. Ma non può sfuggire anche l’influenza, nella presa di posizione di Čeferin, dei suoi rapporti con l’Ungheria e in particolare col miliardario Sandor Csanyi, eletto sia nel comitato esecutivo della Uefa sia in quello della Fifa di cui è diventato vicepresidente nel 2018.

Ma i ‘problemi’ sull’omotransfobia per l’UEFA non si riducono al caso dell’Allianz Arena. Lunedì la Federazione aveva aperto un’inchiesta sulla fascia arcobaleno indossata dal capitano tedesco, il portiere Manuel Neuer, per un presunto messaggio politico. Una fascia fortunatamente ritenuta conforme al regolamento “per giusta causa”.

Quanto a Čeferin, sulla polemica il presidente dell’UEFA ha spiegato che l’Allianz Arena ‘arcobaleno’ era “la richiesta di un politico, era chiaramente un segnale mirato a un atto politico di un governo di un altro Paese. Il calcio non può permettersi di essere usato per scopi politici“.

Organizzatori dell’Europeo sono finiti nel mirino anche per il modo in cui hanno gestito il già ribattezzato ‘Coca-Cola gate’, dopo la scelta del campione portoghese Cristiano Ronaldo di spostare una bottiglia della bevanda, sponsor della manifestazione, durante una conferenza stampa post partita. Coca Cola ritenuta dall’attaccante non salutare, così come una bottiglia della birra Heineken (seppur analcolica) era stata spostata da Paul Pogba, fenomeno della Francia di fede musulmana. Di fronte agli sponsor la risposta della UEFA è stata di ben altro tenore: chi paga è intoccabile e, come spiegato dal CEO di Uefa Events SA Martin Kallen, “le partnership sono parte integrante della realizzazione del torneo e garantiscono lo sviluppo del calcio in tutta Europa, anche per i giovani e le donne”, minacciando contestualmente multe per chi ‘osa’ toccare le preziose bottigliette.

Insomma, guai a spostare le preziose lattine e bottiglie degli sponsor. Sui diritti civili si può chiudere un occhio.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia