È passato quasi un anno da quando, durante il suo discorso d’insediamento alla Camera, Giorgia Meloni ha presentato il progetto del Piano Mattei. Un piano che, nelle parole della premier, è pensato per essere “un modello non predatorio di cooperazione in cui entrambi i partner devono poter crescere e migliorare creando catene di valore e aiutando le nazioni africane a vivere meglio delle risorse che hanno a loro disposizione”. Rilanciato a più riprese nel corso dell’anno, il piano si è sempre presentato come un’iniziativa dai contenuti nebulosi, focalizzata principalmente sulla gestione della situazione migratoria attuale e dell’approvvigionamento energetico, tralasciando tutta una serie di problematiche che caratterizzano da decenni il continente africano, inasprendone le disuguaglianze. Per questo, noi, giovani attivisti di ONE Italia – il movimento che fa campagna per eliminare l’estrema povertà e le malattie prevenibili entro il 2030 – abbiamo sentito la necessità di stilare un piano alternativo, includendo in esso cinque importanti raccomandazioni per la politica di cooperazione internazionale. Riteniamo sia ora per un’azione urgente, concreta e ambiziosa per porre fine alle ingiustizie economiche, affrontare la povertà e sopravvivere al cambiamento climatico. È il momento per l’Italia di dimostrare la sua capacità di essere un buon partner, non focalizzandosi solo sulle tematiche che la impattano direttamente ma agendo proattivamente anche su altre sfide che il continente africano, e non solo, si trova ad affrontare quotidianamente. Le cinque raccomandazioni da noi elaborate vanno a toccare tutte quelle tematiche non prominenti nell’agenda politica, ma non per questo meno rilevanti: l’emergenza climatica, le disuguaglianze, lo sviluppo umano, l’inclusione e la cooperazione internazionale.

Innanzitutto, vorremmo un dialogo trasparente, egualitario ed inclusivo, in cui tutti abbiano la libertà di avere voce in capitolo. Sfide globali richiedono soluzioni globali, che prendano in considerazione la prospettiva delle nuove generazioni e rispondano delle particolarità del locale. Proprio per questo motivo vorremmo che l’Italia creasse un Consiglio Consultivo giovanile per fornire raccomandazioni e seguire l’attuazione del Piano Mattei. La seconda raccomandazione riguarda la sfida globale legata all’emergenza climatica, un tema che deve essere fondamentale e rilevante all’interno del Piano Mattei. Il cambiamento climatico, infatti, ha già ridotto tra il 5 e il 15% la crescita economica del continente africano. Investire oculatamente sul mercato delle energie rinnovabili produrrebbe, solo in Africa, 9 milioni di posti di lavoro in più. Questo è un esempio di come trasformare una crisi in opportunità. Vorremmo che l’Italia cogliesse questa occasione, impegnandosi a raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento climatico e rendendo operativo il Fondo Italiano per il Clima il prima possibile.

Il nostro terzo suggerimento è quello di utilizzare o redistribuire le risorse esistenti in modo più efficiente, attraverso la riforma delle Banche Multilaterali di Sviluppo e la ridistribuzione della quota italiana dei Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale. L’Italia può e deve fare la sua parte, sia all’interno degli organismi finanziari internazionali, sia coordinando, durante la prossima presidenza italiana del G7, l’adozione di una tassa globale sulle transazioni finanziarie. Il quarto consiglio riguarda il sostegno allo sviluppo umano. Abbiamo bisogno di politiche di lungo termine, finanziamenti e sistemi adeguati volti a fornire servizi efficaci volti a migliorare la qualità della vita e affrontare sfide interconnesse e comuni. Il rafforzamento dei sistemi sanitari è un elemento chiave per promuovere lo sviluppo umano. L’Africa sub-Sahariana conta due terzi della popolazione mondiale affetta da HIV e la quasi totalità di morti per malaria. Entrambe queste due malattie sono prevenibili ed è inaccettabile che abbiano una tale diffusione e mortalità solo nella parte più povera del mondo.

Per ultimo, la cooperazione internazionale deve essere una priorità. Nonostante i ripetuti impegni presi a livello internazionale ed europeo, l’Italia non ha ancora raggiunto l’obiettivo di destinare lo 0.70% della propria ricchezza nazionale a sostegno di obiettivi di sviluppo. Questo disinteresse da parte del mondo politico fa emergere tutte le contraddizioni di uno Stato che propone un piano basato sulla cooperazione senza però investire nella stessa. Chiediamo che le nostre raccomandazioni vengano ascoltate e implementate dall’Italia perché le decisioni che vengono prese nel presente avranno un impatto importante sul futuro di tutti noi. Il mondo politico, e coloro che prendono le decisioni, devono dare voce alle giovani generazioni, permettendoci di riconquistare spazi ai tavoli decisionali. Affrontare sfide di questa portata richiederà uno sforzo collettivo di impegno e di ascolto, in un’ottica di bene collettivo e globale. Noi siamo pronti: se non ora, quando?

Nota – ONE è un’organizzazione che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura, la sanità e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org.
Programma “Youth Ambassador” – Gli ambasciatori ONE sono un gruppo di giovani volontari estremamente motivati, selezionati tramite bando pubblico, che conducono attività di sensibilizzazione in tutta Europa per porre fine alla povertà estrema. Sollecitano un impegno concreto dei responsabili politici, lavorano con i mezzi di comunicazione per aumentare la visibilità delle campagne ONE e incoraggiano il pubblico a sostenere le petizioni e le altre azioni ONE con attività online ed eventi locali.

Per saperne di più visita: one.org/youthambassadors

Elena De Nardi

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