Il Governo mette “toppe“, “non ha una strategia” ma, soprattutto, “su 365 giorni dell’anno, doveva convocare il Consiglio dei ministri proprio oggi? Oggi è la festa del lavoro, non è la festa del governo. Rivendico il valore di questa giornata. Il governo deve pensare al lavoro tutti i giorni dell’anno, non solo il primo maggio”.

Da Potenza il leader della Cgil, Maurizio Landini, cristallizzata, in occasione del primo maggio, la situazione del lavoro in Italia e attacca l’esecutivo Meloni dopo l’incontro di domenica sera. “Il metodo non può essere quello di essere chiamati, dopo quattro mesi, la domenica sera quando hanno già deciso”. “Se vogliamo dare un futuro al nostro Paese e all’Europa bisogna avere un progetto, una strategia. E questo non sta avvenendo. Oggi la nostra è una Repubblica fondata sullo sfruttamento, sulla precarietà e la povertà. C’è bisogno di fare una battaglia”.

Singolare la situazione del lavoro tra gli under 35: “Come si fa a dire a un giovane che per lavorare sarà pagato 700-800 euro con una precarietà senza fine davanti a sé?” domanda Landini, sottolineando che se il governo da un lato afferma di voler andare incontro alle richieste del sindacato con il taglio del cuneo fiscale, dall’altro “ha rimesso in piedi voucher. Ma chi glielo ha chiesto?”.

Alla manifestazione unitaria dei sindacati, Landini attacca la premier Giorgia Meloni perché, nonostante la sua partecipazione, lo scorso marzo, al Congresso di Rimini della Cgil, la situazione del lavoro in Italia non è cambiata: “Noi abbiamo invitato Giorgia Meloni a Rimini perché abbiamo chiesto al governo di cambiare politiche quindi è venuta al congresso, è stata gentile ma sta facendo delle cose che vanno in un’altra direzione, che non è quella di cui ha bisogno il Paese. Ci vuole una strategia, la gente non arriva a fine mese, non si può essere poveri lavorando, i giovani sono precari e molti se ne devono andare in un altro Paese”.

Per ora “il governo sta mettendo delle toppe, ma serve una strategia. Non si può andare avanti a colpi di propaganda. Oggi è il momento di rilanciare con forza la mobilitazione. Le ragioni ci sono tutte e rimangono. Bisogna cambiare le politiche economiche e sociali che sono sbagliate”. Perché, secondo il leader della Cgil, il decreto sul lavoro “allarga la precarietà, liberalizza i contratti a termine e aumenta i voucher, fa cassa sul Reddito. Non è quello che serve al nostro Paese e non è il metodo per affrontarlo”, aggiunge. Sul cuneo va “nella direzione richiesta ma è una tantum”. Per Landini “rischiamo di fare una figura barbina con l’Europa: il nostro Paese non può permettersi di non investire e di non utilizzare le risorse del Pnrr”.

Infine annuncia che “continueremo la mobilitazione unitaria e, se non avremo risposte, siamo pronti tutti insieme a continuare la mobilitazione fino a quando non avremo ottenuto i risultati di cui abbiamo bisogno. Per noi la Costituzione non è solo da celebrare per i 75 anni, è il riferimento per cambiare il Paese e fare le riforme. E non permetteremo a nessuno di cambiarla”.

CISL, SBARRA: “SEI MILIONI DI LAVORATORI POVERI” –  Sempre dal palco di Potenza, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ricorda le centinaia di morti bianche registrate negli ultimi anni: “C’è il lavoro che ferisce e uccide e questa è la piaga più terribile per un Paese civile. Ogni vita persa è una grande ferita per la nostra democrazia”. Sbarra ricorda poi chi fa un “lavoro che fa restare poveri” riferendosi a un “esercito di lavoratori dipendenti o autonomi, quasi sei milioni, che sta, con dolore, a cavallo di quella soglia di marginalità che segna il confine tra l’essere e il non essere”. “Precari, part-time troppo spesso involontari, immigrati, persone a servizio di algoritmi o impiegate nel turismo, giovani del Sud, donne che faticano ad arrivare alla fine del mese” afferma.

UIL, BOMBARDIERI AVVISA MELONI: “NON CI FERMEREMO” –  “Avrete il coraggio di spiegare a giovani che ora permetterete alle aziende di usare il contratto a tempo determinato ancora di più?”. Così il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che recapita un avviso all’esecutivo: “La mobilitazione continua, la resistenza continua e continuerà” perché “oggi il governo ha deciso finalmente di occuparsi di lavoro. Peccato siano passati sei mesi dal suo insediamento. Hanno fatto una grande propaganda sul fatto che oggi giornata di festa, loro lavorano”.

 

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