Il momento sembra propizio: in Ucraina, le condizioni per un cessate il fuoco sono a portata di mano. Tutto questo, però, a patto che Kiev si rassegni a perdere il Donbass, salvando Odessa e ponendo fine ad una guerra costosissima. Anche se questo potrebbe significare veder ‘premiata’ l’invasione russa o la violazione del diritto internazionale: è realistico. Perché l’alternativa è una guerra senza fine per riconquistare i territori persi nel corso dell’ultimo mese di conflitto, con il rischio di un’escalation che non sta tanto nei bombardamenti sulle popolazioni civili – quelli, purtroppo, sono la normalità in guerra – quanto nell’ulteriore allargamento del conflitto.

Che si tratti di un piano dei falchi americani per provocare la Russia o di un tentativo ucraino di coinvolgere sottobanco la Nato in carne e ossa, questo non possiamo saperlo. Sappiamo però che il prolungamento del conflitto, questa stagnazione dei negoziati, richiede carne da cannone. La Russia ha reclutato 89.000 coscritti alzando i limiti di età, offrendo laute paghe e assoldando uomini nelle province più diseredate dell’impero. E promette che nel giro di pochissimo tempo questi numeri aumenteranno, con ulteriori 50.000 reclutamenti aggiuntivi. E il richiamo alle armi coinvolge persino i detenuti.

Lo stesso sta facendo l’Ucraina che ha liberato Ruslan Onishchenko, processato per crimini di guerra, per arruolarlo. Crimini commessi nel Donbass, combattendo per l’Ucraina; ma non è finita. Si vieta l’espatrio alle donne che hanno l’età giusta per essere richiamate alle armi e si scrive ai ministeri dei Paesi stranieri, compresi quelli italiani, per sapere chi e quanti siano i profughi ucraini maschi tra i 18 e i 60 anni, richiamabili in patria per vestire la divisa e imbracciare le armi. Si cerca ‘carne da cannone‘ da una parte all’altra della barricata.

E se è vero che molti combattenti, poi, ci prendono gusto a combattere, è anche vero che tante delle persone chiamate alle armi desidererebbero soltanto vivere in pace. Sì, ma ‘una pace giusta’, dicono in molti. Purtroppo, di paci giuste sono piene solo le trincee delle guerre del secolo scorso.

Toni Capuozzo

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