Alle promesse da campagna elettorale non sono seguiti i fatti. Matteo Salvini, neo ministro delle Infrastrutture e vice della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aveva strombazzato via social e sui quotidiani, anche internazionali, l’approvazione già nel primo Consiglio dei ministri tenuto domenica 23 ottobre a Palazzo Chigi di provvedimenti cari alla Lega e al suo elettorato.

Alla prova dei fatti il CdM di ieri, durate poco meno di mezz’ora, non ha neanche sfiorato temi e promesse fatte dal leader del Carroccio. Il primo vertice di governo è servito più che altro per “fare squadra” e assegnare alcuni incarichi nell’esecutivo, tra cui la vicepresidenza allo stesso Salvini e Antonio Tajani, oltre all’incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ad Alfredo Mantovano.

Come ricorda oggi il sito PagellaPolitica, Salvini si era speso più volte negli scorsi mesi nella promessa di reintrodurre i suoi ‘Decreti Sicurezza’ già nel primo Consiglio dei ministri, dopo che le misure approvate durante il primo governo di Giuseppe Conte furono poi parzialmente cancellate dal secondo esecutivo a guida Conte, con una maggioranza diversa.

Di tracce di tale promessa ve ne sono sui social network dello stesso Salvini (Twitter, 10 settembre), così come in una intervista al quotidiano spagnolo El País in cui il neo ministro dichiarava che i suoi decreti sarebbero tornati “in vigore” nel “primo Consiglio dei ministri”. Promessa già espressa anche in un comizio elettorale del 10 settembre in Sicilia, dove il leader della Lega aveva sottolineato che “sulla lotta all’immigrazione clandestina non c’è niente da inventare: primo Consiglio dei ministri, costa zero, si approvano i decreti Sicurezza”.

Discorso simile è valido anche per altre promesse salviniane, come la flat tax estesa alle partite Iva con ricavi fino a 100mila euro. “La prima cosa che si può fare nel primo Consiglio dei ministri sarà alzare il tetto alla flat tax, da 65 mila euro all’anno a 100 mila euro” per i lavoratori autonomi, aveva dichiarato il leader della Lega una settimana prima del voto, ma evidentemente le cose non sono andate come sperato.

Altro punto chiave del programma del Carroccio che doveva essere trattato nel primo Consiglio dei ministri era quello dell’autonomia di alcune regioni del Nord, “una battaglia della Lega”, l’aveva definita Salvini, così come “la prima priorità” doveva essere anche l’approvazione di un “decreto Energia urgente, e se servono 30 miliardi a debito si mettono perché salvano un milione di posti di lavoro”, aveva dichiarato Salvini ospite di ‘Porta a Porta’ il 22 settembre.

Si tratta, in tutti i casi, di promesse non mantenute dal leader della Lega. Salvini non è nuovo a simili uscite: già in passato, pochi giorni prima delle elezioni politiche del 2018 che videro la Lega andare al governo assieme al Movimento 5 Stelle, Salvini aveva promesso di cancellare le accise sulla benzina nel primo Consiglio dei ministri.

Redazione

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