Il governo Meloni parte con ministri interscambiabili. È lo strano caso che ha coinvolto Paolo Zangrillo e Gilberto Pichetto Fratin.

Entrambi esponenti di Forza Italia, i due sono stati al centro di un errore della neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni che nell’annunciare la sua squadra di governo, ha invertito i ruoli dei due ministria causa di un errore di trascrizione nella stesura della lista”, ha spiegato il suo ufficio stampa.

Così Pichetto Fratin, annunciato come ministro della Pubblica amministrazione, è andato in realtà al dicastero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, mentre viceversa Zangrillo è ministro della Pubblica amministrazione e non, come precedentemente comunicato, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

Errore che ha attirato facili ironie ma anche attenzione per le uscite pubbliche dei due protagonisti, i due ministri Pichetto Fratin e Zangrillo.

Entrambi infatti a stretto giro avevano rilasciato dichiarazioni alla stampa e sui social network in cui si presentavano come ministri ‘sbagliati’, ovvero Pichetto Fratin come ministro della Pubblica amministrazione e Zangrillo all’Ambiente e sicurezza energetica.

L’agenzia AdnKronos aveva battuto una dichiarazione di Zangrillo in cui il neo ministro sosteneva essere pieno di orgoglio e responsabilità per la sua nomina “inaspettata” e avrebbe aggiunto: “Si tratta di una delega importante, su un tema, la transizione e sicurezza energetica, che oggi penso sia la priorità numero uno non solo per l’Italia, ma per l’Europa”.

Stesso comportamento tenuto anche da Pichetto Fratin, che pubblicava su Twitter un’immagine in cui si presentava come ministro della Pubblica amministrazione, immagine poi fatta sparire dai social.

Sulla vicenda è arrivato il commento di Zangrillo, che in una intervista a Repubblica ha ricostruito quanto accaduto nella convulsa giornata di venerdì: “A me, fino al primo pomeriggio, era stato detto che mi sarebbero state assegnate le competenze sulla pubblica amministrazione. Poi ho appreso dalla tv, seguendo le comunicazioni della presidente Meloni, che la mia delega era l’Ambiente”, ha spiegato Zangrillo, che del cambio di poltrona   ha aggiunto di aver “semplicemente preso atto”, fino all’ammissione da parte della premier dell’errore commesso nel riportare la lista dei ministri. Alla fine, racconta Zangrillo, “mi ha chiamato il presidente Berlusconi poco fa, intorno alle 19, per dirmi che rimango alla Pubblica amministrazione“.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.