Neanche l’ipotesi ottimistica di completare l’allargamento a sinistra e al centro, ovvero ai Verdi+Sinistra da una parte ed Azione di Calenda, Italia Viva di Renzi e Insieme per il Futuro di Di Maio, potrebbe consentire ad Enrico Letta di contendere al centrodestra i collegi uninominali di Camera e Senato.

Il tentativo del segretario del Partito Democratico di allargare la coalizione in entrambe le direzioni, ma escludendo dalla trattativa i 5 Stelle, si scontrerebbe contro un clamoroso ‘cappotto’ elettorale. A dirlo è una analisi dell’Istituto Cattaneo, che ha provato a stimare i risultati delle prossime elezioni sulla base degli ultimi sondaggi applicandoli al Rosatellum.

L’attuale legge elettorale prevede un sistema misto, una quota di proporzionale e una di maggioritario tramite appunti i collegi uninominali in cui il candidato con più voti vince.

Risultati? Per il Cattaneo il centrosinistra allargato di Letta senza i 5 Stelle potrebbe considerare ‘blindati’ solamente alcuni collegi nella storica ‘zona rossa’ a cavallo tra Emilia Romagna e la Toscana, giocandosela col centrodestra del trio Meloni-Salvini-Berlusconi nelle grandi città come Milano, Roma, Napoli, Torino e Genova. Insomma, stando agli attuali sondaggi e alle proiezioni ‘territoriali’ dell’Istituto la coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia potrebbe godere di una maggioranza solida e assoluta sia alla Camera e al Senato.

Il centrodestra al contrario potrebbe riuscire clamorosa a strappare quasi il 70% dei collegi uninominali di Camera e Senato: inclusa una forte quota di proporzionale, Meloni e soci in attesa di capire chi sarà il premier potrebbero contare su una maggioranza tale da mettere mano autonomamente alle riforme costituzionali.

Le proiezioni per Camera e Senato

Le proiezioni alla Camera evidenziano per la destra la possibilità di ottenere fino a 121 seggi nella quota proporzionale e ben 103 in quella uninominale, oltre a 4 scranni per la circoscrizione estero, per un totale di 228 seggi. Al centrosinistra andrebbero fino a 96 seggi per la quota proporzionale, 41 per quella uninominale, e tre nella circoscrizione estero per un totale di 141 seggi. Al Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte resterebbero le ‘briciole’, essendo rimasto fuori dai giochi delle coalizioni e soprattutto avendo svuotato il serbatoio di voti, in particolare nel Mezzogiorno: solo 28 seggi nella quota proporzionale, nessuno in quella uninominale.

Non così diversa la situazione a Palazzo Madama. Il centrosinistra riuscirebbe ad ottenere 48 seggi per la quota proporzionale e 18 per la quota maggioritaria su un totale di 200, tagliati dalla ‘sforbiciata’ decisa dai 5 Stelle. Al contrario il centrodestra potrebbe riuscire ad ottenere 61 seggi dalla quota proporzionale e 54 dai collegi uninominali, per un totale di 117 seggi: quasi il doppio di Letta e compagni. Anche qui il Movimento 5 Stelle sarebbe completamente estraneo alla partita con soli 13 seggi al Senato.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia