Premiato dal Quirinale con il riconoscimento di Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia, una delle onorificenze concesse dal presidente della Repubblica a chi “abbia acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia”, ora potrebbe finire nella ‘black list’ dell’Unione europea, colpito dalle sanzioni dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

È il caso di Andrey Kostin, il presidente della banca russa VTB, istituto di credito controllato dal governo russo attraverso la sua Agenzia federale per la gestione della proprietà statale.

Del banchiere russo Il Riformista si era già occupato: Kostyn, già sottoposto a sanzioni da parte dei governi di Stati Uniti e Canada, dove non può mettere piede per “il suo ruolo chiave nel portare avanti politiche nocive di Putin”, era già stata oggetto di misure restrittive europee per l’annessione della Crimea da parte dell’esercito russo nel 2014.

Il presidente della VTB era riuscito ad ottenere, in barba ad una storia personale ben nota, l’onorificenza da parte del Quirinale su proposta del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La Stella gli fu conferita il 2 dicembre del 2021, poi con un Decreto del Presidente della Repubblica formalizzato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio scorso il provvedimento fu confermato. L’onorificenza è concessa dal Presidente della Repubblica, su proposta del ministro degli Esteri, sentito il Consiglio dell’Ordine. Presieduto dal titolare della Farnesina, il Consiglio è composto da altri quattro membri, uno dei quali è di diritto il Capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica

Ora, secondo indiscrezioni riportate dalle agenzie Bloomberg e del Financial Times, tra i nomi di funzionari e oligarchi vicini a Vladimir Putin presi di mira dalle sanzioni dell’Ue c’è proprio Kostin.

Una vicenda che all’epoca venne condannata con forza dai Radicali Italiani: “Constatiamo che il Movimento 5 Stelle ha svoltato di 180 gradi su quasi tutte le posizioni politiche assunte in passato, tranne che per i suoi ammiccamenti con il regime di Mosca. Tale ambiguità, da parte non di un esponente di partito ma di un ministro degli Esteri di un Paese membro della Nato, nel giorno in cui gli Stati Uniti hanno iniziato ad evacuare la loro ambasciata a Kiev, è francamente vergognosa ed inaccettabile”, spiegavano in coro i dirigenti Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia