Addio Maria Giovanna. Brillante, anticonformista, tagliente, conservatrice e gentile, anche se assai decisa. Ti conobbi ormai quasi vent’anni fa, e venni travolto dalla tua simpatia e dal tuo umorismo caustico. La tua risata, piena e travolgente, non solo mancherà a tutti i fan della tua vis polemica mai banale, ma avrebbe senz’altro sepolto l’iniziativa del consiglio dell’Ordine dei Giornalisti verso Nicola Porro, a cui si contesta di aver ospitato, a Quarta Repubblica, il viceministro degli Esteri ucraino, Emine Dzhaparova, ma senza contraddittorio.

Il corollario logico, tragicomico, lo spiega proprio Porro: “Quindi se intervisto Liliana Segre serve Priebke a fare contraddittorio…?”. Aggiungo io: possiamo ascoltare la vedova Borsellino, senza Brusca? O, l’11 settembre, qualche reduce delle Torri senza Mohammed Atta? Paradossi a parte, io credo che qui si stia esagerando fino a deflorare senso comune e decenza. E che a essere colpiti siano sempre e solo quelli che vengono reputati di una certa area culturale.

Gianmarco Chiocci, direttore di Adnkronos, viene lapidato da Repubblica per aver incontrato, davanti a degli avvocati in uno studio legale, Massimo Carminati, prima della sua condanna per il Mondo di Mezzo. Sigfridone Ranucci va a strafogarsi a cena con un pregiudicato come Lavitola e tutti zitti. Da sempre alfiere dell’opportunità (altrui), Sigfridone straccia la propria cenando con amichette, pregiudicati, e un monsignore (a proposito: che ci faceva? Li stava confessando…?) Nicola Porro, ci scommetto, non perderà il sonno per il ridicolo procedimento del Consiglio dell’Ordine. E mi immagino come risponderà, se convocato a dare spiegazioni (spero di poter in qualche modo assistere, perché già rido).

A Nicola, solo una preghiera: facci divertire! E un suggerimento: prendi ispirazione dal Marchese del Grillo che, convocato da Papa Pio VII per rispondere di uno scherzo (aveva organizzato la propria sostituzione con un suo sosia carbonaro alcolizzato, a dimostrare che la forma ipocrita prevaleva sulla sostanza), al Papa stesso che lo minacciava di tradurlo in ceppi a Castel Santangelo, ai tempi carcere del Vaticano, rispose: “Vado volentieri in carcere, Santità purché in compagnia di….”, e seguiva un elenco sterminato di complici e persone che avessero seguito analogo comportamento.

Perché ora attendiamo con ansia, per analogia, identico provvedimento dell’Ordine verso Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), Enrico Mentana (direttore del Tg La 7), Maurizio Molinari (direttore di Repubblica), Giuseppe De Bellis (direttore di Skytg24), Fabrizio Tamburini (direttore del Sole 24 Ore), e Monica Maggioni (direttore del Tg1), tutti ospiti, e quindi complici, di Bruno Vespa, (a questo punto per forza capo dell’associazione a delinquere), per un’intervista a Zelensky, consumata sull’Altare della Patria (aggravante specifica) senza contraddittorio, cioè senza che fosse presente Putin. Scherzi a parte, io credo sia il caso di chiuderlo, l’Ordine. E non solo quello dei giornalisti, che procede su Porro per una cosa incredibile ma nulla dice a chi cena (avrà mica pagato la Rai, il conto?) con un estortore-truffatore.

Ma gli Ordini, si sa, sono così: bizzarri. A Torino, quello degli avvocati commina una sospensione di un anno e tre mesi all’avvocato Alessandra De Michelis: ha pubblicato alcune sue foto in costume, in spiaggia, ed è una bella donna. Manco i talebani in Afghanistan. Da Kabul è tutto, a voi la linea. P.S. Un dubbio: ora che ho citato i talebani, chi devo citare per par condicio ed evitare un procedimento disciplinare?