Una lunga chiacchierata dove ha riepilogato la giornata vissuta oggi nella Capitale, dove ha incontrato in rapida successione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e Papa Francesco, e ha affrontato a viso aperto, rispondendo alle domande di Bruno Vespa e degli altri giornalisti presenti, la situazione della guerra nella sua Ucraina e le possibili soluzioni di pace. Ospite della trasmissione “Porta a Porta“, in onda su Rai 1 (per l’occasione andata in onda sulla terrazza del Vittoriano, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato che “è molto improbabile che il presidente russo, Vladimir Putin, intenda usare l’arma nucleare” ma “nessuno può sapere cos’ha in testa”.

“Una cosa di cui sono certo – aggiunge – è che se decidesse di usarla il giorno dopo non sarebbe più vivo”, ha detto. E Putin “è una persona che tiene lontane le persone negli incontri ufficiali per la paura di contrarre il covid, è una persona che fa di tutto per vivere”.

Zelensky ha poi riferito il colloquio avuto con il presidente cinese Xi Jinping, assicurando che  “il leader della Cina mi ha detto che non saranno coinvolti e non daranno armi alla Russia“.

Su tentativi di mediazione per una “pace giusta” Zelensky stoppa tutti, papa compreso: “Con tutto il rispetto per Sua Santità, non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta. Invitiamo il Papa, come altri leader, per lavorare ad una pace giusta ma prima dobbiamo fare tutto il resto”, ha aggiunto, sottolineando che non ha senso tentare di coinvolgere ora la Russia in un dialogo. “Non si può fare una mediazione con Putin, nessun Paese al mondo lo può fare”.

Sull’ingresso futuro dell’Ucraina nell’Unione Europea, Zelensky mostra ottimismo: “A giugno avremo un resoconto preliminare sui nostri passi effettuati” e “a fine anno avremo modo di riaprire il dialogo, perché questo motiva le persone, stiamo combattendo per i valori comuni e l’Europa lo vede e ci sta sostenendo”.

Il presidente ucraino evita anche le polemiche con il leader della Lega Matteo Salvini, in passato criticato per aver appoggiato Putin e il Cremlino. Alla domanda ‘Ha chiesto di non incontrarlo?’, Zelensky smentisce: “Non è vero, mi incontrerei con piacere con lui, c’è stata disinformazione su questo”.

Tornando alla guerra, affronta la delicata situazione in cui si troverebbero i soldati russi: “Questo esercito privato o i militari mobilitati” dalla Russia sono stati “mandati sulla nostra terra ad uccidere, non sono motivati” ma allo stesso tempo “non possono scappare, se tornano vengono fucilati”. Per Zelensky si tratta di “gente giovane forzata a farci la guerra”.

Circostanza che renderebbero sempre più impopolare in patria Vladimir Putin. La fede nel presidente, Vladimir Putin, all’interno della Federazione russa “diminuisce ogni giorno di più. La gente non si fida più di lui così come il mondo degli affari”. Perché Putin “aveva prossimo di vincere in due mesi. La vittoria non si vede e tutto questo da fastidio”, ha aggiunto, spiegando che Putin vorrebbe “un ritorno dell’Unione Sovietica”, dove “la gente diventa sempre più povera” e può essere motivata “solo con la guerra”.

Secondo Zelensky, Putin “ordinerà la ritirata dai territori dell’Ucraina quando capirà che potrà perdere tutto” ma attraverso la propaganda che porta avanti in Russia, continuerà a raccontare “alla società che ha vinto e che la sua operazione ha avuto successo”. Il presidente ucraino spiega che “Putin ha raccontato che in Ucraina ci sono i nazisti e loro hanno cominciato a crederci. Controlla tutto lo spazio mediatico. Cercherà una via d’uscita da questa situazione usando gli stessi strumenti di informazioni utilizzate”.

Per questo motivo “con la nostra controffensiva (avvenuta negli ultimi giorni nel Donbass, ndr) respingeremo i russi e indeboliremo il sostegno interno per Putin, il quale cercherà altri passi. In parallelo organizziamo il vertice per sviluppare il nostro piano di pace, con il numero maggiore di interlocutori internazionali”, ha detto Zelenski ipotizzando la presenza di attori diversi da Putin.

Sull’attacco con il drone al Cremlino avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso, Zelensky nega qualsiasi coinvolgimento del suo Paese: “Sicuramente il drone non era nostro. Non sappiamo bene cosa sia accaduto, ma non abbiamo lanciato alcun drone sul Cremlino”, ha detto Zelensky, insinuando che il presidente russo, Vladimir Putin, scampato al presunto tentativo di omicidio, possa aver orchestrato l’accaduto. “Lui lo vuole far vedere. Aveva bisogno di colpire e in questo modo ha colpito noi. Se lo avessimo fatto, lo avremmo ammesso. Non abbiamo nulla da nascondere. Ci bombardano ogni giorno. Noi non bordiamo la popolazione civile che si trova in Russia. Abbiamo richieste molto precise da parte dei nostri partner che ci fornisco armi: possiamo usarle solo sui territori ucraini”.

Infine sottolinea come “sempre più Paesi sostengono l’Ucraina nelle risoluzioni che si votano alle Nazioni Unite. E’ vero – aggiunge – che ci sono Paesi scettici o che bilanciano alcune questioni tra Ucraina e Russia. Ma c’è una lunga storia di rapporti storici e politici tra l’Unione Sovietica e quei Paesi. E’ un dato di fatto”, ha detto Zelensky, definendo poi “un errore” di Kiev non aver sviluppato a suo tempo le relazioni con i Paesi dell’America Latina e dell’Africa. “Ecco perché sto creando dei ponti in America Latina e sto parlando con decina di Paesi dell’Unione Africana”.

Insieme a Bruno Vespa, presenti direttori del Tg1 Monica Maggioni, del Tg La7 Enrico Mentana, di SkyTg24 Giuseppe De Bellis, il conduttore Mediaset Nicola Porro e, per i quotidiani, i direttori di Repubblica Maurizio Molinari, del Sole 24 Ore Fabio Tamburini e l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli.

 

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