"La coperta è corta"
Manovra, sulle pensioni Giorgetti e Meloni si riscoprono fan di Elsa Fornero
Sempre apprezzabili le situazioni in cui – rispetto alla tentazione di immaginarsi che il mondo sia come vorremmo che fosse – si applica invece il faticoso ma solido principio di realtà

Trovo sempre apprezzabili le situazioni in cui – rispetto alla tentazione di immaginarsi che il mondo sia come vorremmo che fosse – si applica invece il faticoso ma solido principio di realtà. Nel caso dei conti pubblici, questo principio di realtà è molto ben descritto dalla frase dell’economista Sergio Ricossa, secondo cui la contabilità è la vera economia politica. Detto in altri termini, stante un certo livello di produttività del sistema economico bisogna valutare da dove provengano le risorse che il governo vuole utilizzare e impegnare per aumentare la spesa pubblica, ridurre il deficit (cioè il divario tra uscite ed entrate) oppure per ridurre qualche forma di tassazione.
Come abbiamo potuto notare, il finanziamento del deficit tramite emissione aggiuntiva di moneta da parte della banca centrale dopo qualche tempo si associa a un aumento importante dei prezzi, quindi anche da quel lato “la coperta è corta”, cioè la strada monetaria non permette di sfuggire al vincolo delle risorse scarse.
Questo principio di realtà vale altresì nello specifico del sistema pensionistico, rispetto al quale il governo Meloni e il ministro dell’economia Giorgetti prendono la scelta coraggiosa di rammentarsi – attraverso il non ottimale ma non terribile strumento di “Quota 104” – del fatto che in un sistema a ripartizione un abbassamento dell’età pensionabile comporterebbe un aumento delle spese (pensioni anticipate) e una riduzione delle entrate (chi va in pensione prima non paga più i contributi previdenziali).
Ecco che per non fare esplodere il deficit, già messo a dura prova dal costosissimo Bonus 110, Meloni e Giorgetti prendono la forneriana e apprezzabile direzione di passare per il 2024 a questa Quota 104: chi è soggetto al regime misto, cioè vede parzialmente applicato il metodo di calcolo retributivo, deve avere almeno un’età di 63 anni e 21 anni di contributi pagati per andare in pensione, mentre per andare in pensione a 64 sono sufficienti 20 anni di contribuzione, eccetera. Sono fortunatamente lontani i tempi della troppo permissiva e costosa Quota 100 del governo Conte Uno.
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