La pena non è solo punizione
Manutenzione dello stadio Albricci, opportunità lavorativa per i detenuti
A volte succede. A volte accade che la pena non sia soltanto punizione e privazione. Certo è raro, ma il fatto che vi sia qualche sparuta iniziativa lascia sperare che la giustizia possa essere anche riparativa e che la condanna possa diventare anche opportunità di responsabilizzazione e rieducazione. Da ieri quattro detenuti (due della casa circondariale di Poggioreale e due del penitenziario di Secondigliano) avranno la possibilità di uscire dal carcere e recarsi ogni giorno a lavoro. Un lavoro socialmente utile: che li porterà ad occuparsi della pulizia e della manutenzione dei giardini dello stadio militare Albricci, nel quartiere Arenaccia di Napoli.
Un’opportunità che per i quattro detenuti, ciascuno con alle spalle condanne per reati di furto o spaccio e con un fine pena previsto tra il 2022 e il 2024, significa la possibilità di scontare la condanna secondo quello che prevede la Costituzione, in un’ottica quindi di giustizia riparativa. Tra i quattro reclusi c’è Antonio (nome di fantasia) che proprio allo stadio militare, qualche anno fa, aveva tentato il concorso da allievo sottufficiale: chissà come sarebbe stata la sua vita se quel concorso lo avesse superato e se non avesse ceduto all’illusione della illegalità. Ieri mattina si è svolta la cerimonia con cui il progetto, inserito in un protocollo di intesa firmato a giugno scorso, ha preso forma e concretezza. Il protocollo ha previsto attività di lavoro volontario e gratuito per progetti di pubblica utilità da parte dei detenuti. Ed è nato da un accordo finalizzato a favorire il reinserimento sociale delle persone detenute nelle case circondariali di Secondigliano e Poggioreale impiegandole in lavori di pubblica utilità. Un esempio di sinergia e collaborazione tra istituzioni, orientato verso il recupero di detenuti. Il protocollo d’intesa era stato siglato a giungo scorso e ieri si è dato il via al primo progetto per quattro detenuti di Poggioreale e Secondigliano.
Alla cerimonia che si è svolta allo stadio Albricci, erano presenti il generale di corpo d’armata Giuseppe Nicola Tota per il Comando delle forze operative Sud, il provveditore regionale Carmelo Cantone per il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria, il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli Angelica Di Giovanni, il direttore della casa circondariale di Poggioreale Carlo Berdini, la direttrice del penitenziario di Secondigliano Giulia Russo, il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello. Il protocollo di intesa prevede che nei prossimi due anni i detenuti a basso indice di pericolosità, provenienti dai due maggiori istituti di pena della città, saranno impiegati in lavori di manutenzione e conservazione del decoro nello stadio militare Albricci, occupandosi principalmente di pulizia delle aree esterne e di cura del verde. Il principio alla base del protocollo è quello che riguarda la cosiddetta giustizia riparativa, facendo in modo che che attraverso il lavoro svolto a favore della collettività i detenuti possano nuovamente sentirsi parte della società come componenti produttivi di essa e contemporaneamente acquisire competenze e abilità che saranno utili ai fini di un reinserimento lavorativo una volta espiata tutta la pena.
In un contesto penitenziario come quello campano, segnato da un susseguirsi di criticità ed eventi drammatici come i suicidi che negli ultimi mesi hanno riacceso i riflettori sulla difficile condizione di vita all’interno delle strutture detentive o come i fatti di Santa Maria Capua Vetere finiti al centro di un’inchiesta sui pestaggi ai danni dei detenuti e ad opera di un gruppo di agenti della polizia penitenziaria, notizie come quella di ieri aprono una luce nel buio delle criticità. E non si pensi che non ci sia attenzione per le vittime: il garante Ciambriello lo ha ricordato sottolineando come l’impegno a favore della società da parte di chi ha commesso un reato è anche un modo per ricordare le vittime dei reati e non vanificare la funzione rieducativa e sociale della pena.
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