Mediterraneo
Marocco, sventato piano terroristico: 12 arrestati. La fedeltà a Daesh e gli attacchi programmati nelle città

Il terrorismo islamico si espande in Africa, in particolare nelle regioni del Sahel, e prende di mira quei paesi come il Marocco che propugnano un Islam moderato e rispettoso di tutte le civiltà, compresa quella ebraica. È per questo che l’Intelligence di Rabat resta vigile. Sulla base di informazioni precise fornite dai Servizi della Direzione generale della Sorveglianza territoriale del Marocco (Dgst), l’Intelligence marocchina, ieri l’Ufficio centrale delle Indagini giudiziarie (Bcij) è riuscito a sventare un piano terroristico di vasta portata che aveva come bersaglio il Regno. Si tratta di un progetto che è stato sponsorizzato e direttamente incoraggiato da un alto responsabile dell’organizzazione terroristica Isis attiva nella regione del Sahel africano. Questa operazione di sicurezza è stata condotta simultaneamente in diverse città del paese, tra cui Laâyoune, Casablanca, Fez, Taounate, Tangeri, Azemmour, Guercif, Oulad Teima e Tamesna nella periferia di Rabat. Ha portato all’arresto di 12 individui radicalizzati, di età compresa tra 18 e 40 anni, che avevano giurato fedeltà a Daesh ed erano coinvolti nella preparazione e nel coordinamento di attacchi terroristici su larga scala in Marocco.
Il terrorismo torna a fare capolino
Che il terrorismo tornasse a fare capolino a Rabat era previsto, considerato che il Marocco è l’unico paese della regione che ha rapporti con Israele e che ha un re come Mohammed VI, considerato modello di tolleranza e sicurezza dall’Occidente. Inoltre arriva proprio in un momento particolarmente importante per il paese. Nei mesi scorsi la Francia e la Spagna hanno riconosciuto la sovranità marocchina del Sahara occidentale e il 17 febbraio la ministra della Cultura francese, Rachida Dati, è arrivata nella città di Dakhla, dove è già attivo il consolato degli Stati Uniti. Inoltre a Rabat è in corso un ampio dibattito, voluto proprio dal monarca, per la riforma del codice di famiglia.
Gli interventi della Dgst
Per questo gli interventi sono stati effettuati dalle Forze speciali della Dgst, applicando un rigido protocollo di sicurezza a causa della natura pericolosa delle minacce terroristiche. Sono stati impiegati cecchini per neutralizzare ogni potenziale pericolo e contrastare un’eventuale resistenza violenta. Sono state mobilitate anche unità specializzate per l’escalation e l’intrusione, mentre esperti nel rilevamento di esplosivi e cani poliziotto addestrati sono stati chiamati a setacciare i siti sospettati di contenere ordigni esplosivi. Parallelamente, gli agenti di polizia del Bcij hanno evacuato i residenti dagli edifici vicini alla scena dell’incidente, per garantire la loro sicurezza e prevenire qualsiasi potenziale rischio. Questa misura preventiva è stata adottata per proteggere i civili da ogni eventuale minaccia terroristica. Durante questi interventi di sicurezza sincronizzati, le forze speciali hanno utilizzato granate stordenti come misura preventiva per impedire ai membri di questa cellula terroristica di opporre una resistenza violenta o di rifiutarsi di obbedire, cosa che avrebbe potuto mettere a repentaglio l’incolumità delle squadre di intervento.
La ristrutturazione della cellula
Le ricerche hanno evidenziato anche una rigorosa strutturazione della cellula, che segue le direttive della leadership dell’Isis. L’organizzazione era composta da un gruppo di “coordinatori” (incaricati di trasmettere i piani terroristici agli altri membri con mezzi diretti o indiretti), da un gruppo di “esecutori” (dedicato all’esecuzione degli attacchi) e da un ramo di supporto e finanziamento (che riceveva fondi direttamente dal gruppo jihadista, bypassando i canali bancari tradizionali).
Gli obiettivi
Tra i progetti terroristici imminenti rientravano il rapimento e l’esecuzione di ufficiali delle forze dell’ordine con mutilazione dei loro corpi, l’attacco a infrastrutture strategiche economiche e di sicurezza, nonché a obiettivi stranieri in Marocco. Inoltre sono state pianificate azioni terroristiche volte a deturpare l’ambiente, anche mediante incendi dolosi. Gli investigatori hanno scoperto che i membri della cellula avevano recentemente effettuato delle ricognizioni di siti bersaglio in diverse città marocchine e avevano ottenuto l’approvazione ufficiale da Isis nel Sahel per portare a termine il loro progetto terroristico. Un ordigno esplosivo è stato trovato in una zona deserta, a Sidi Al Arabi, vicino a Aïn Aouda, alla periferia di Rabat. Il dispositivo artigianale era stato seppellito sotto un cumulo di terra dai membri della cellula terroristica arrestati a Tamesna.
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