Federfarma: "Accuse irricevibili"
Mascherine a 50 cent, Arcuri scarica le colpe del governo sulle farmacie
I numeri ci sono eppure i conti non tornano. Sulla querelle delle mascherine a 50 centesimi, rimbalzano le responsabilità tra il commissario straordinario Domenico Arcuri, che assicura di aver fatto tutto il necessario per assicurare le forniture, e le farmacie che lamentano la mancanza dei dispositivi di sicurezza.
“Nelle ultime settimane abbiamo distribuito 36,2 milioni di mascherine – chiarisce l’ad di Invitalia in conferenza stampa – dall’inizio dell’emergenza ne abbiamo distribuite 208,8 milioni. Le Regioni nei loro magazzini ne hanno 55 milioni. Le abbiamo date agli ospedali, al personale sanitario e parasanitario, alle forze dell’ordine, al settore della pubblica amministrazione centrale e locale”. Arcuri respinge gli attacchi e rimanda ad altri ogni responsabilità legata all’assenza delle mascherine in farmacia al prezzo calmierato di 50 centesimi: “Non e’ il commissario a dover rifornire le farmacie e i loro distributori, il commissario non si e’ mai impegnato a farlo. Il commissario non deve rifornire gli associati della Confcommercio, della Conad, della Coop e della Federdistribuzione. Si e’ impegnato in entrambi i casi a integrare ove possibile le forniture che queste categorie si riescono a procurare attraverso le loro reti di approvvigionamento. Se le mascherine ci sono nei supermercati e non nelle farmacie vuol dire che c’e’ un difetto nella rete di approvvigionamento delle seconde”.
“Le farmacie – ha specificato Arcuri in una nota – non hanno le mascherine perché due società di distribuzione hanno dichiarato il falso non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere”.
E, proprio sul prezzo dei Dpi, non ha alcuna intenzione di arretrare:”Gli speculatori e categorie simili dovranno farsene una ragione, la giungla che abbiamo lambito, la speculazione che abbiamo osservato non c’e’ più’ e non tornerà. Lavoriamo nell’esclusivo interesse dei cittadini al fine di tutelare al meglio la loro salute. Qualche volta faccio degli errori, per i quali mi aspetto critiche e se serve reprimende, ma solo dai cittadini. Noi stiamo facendo la nostra parte e lo facciamo mettendoci la faccia”. E ha concluso assicurando che “nei prossimi giorni stipuleremo un accordo con i tabaccai, che hanno ben 50 milioni di punti vendita in italia, per la vendita di mascherine anche li'”.
Delle dichiarazione, quelle di Arcuri, che non sono piaciute a Federfarma, l’associazione nazionale dei farmacisti italiani. “È arrivato il momento di raccontare tutta la verità sulla storia delle mascherine – risponde Vittorio Contarina, presidente delle federazioni di Roma Lazio e vicepresidente di Federfarma nazionale – bisogna fare chiarezza, una volta per tutte, anche a seguito delle pesanti accuse da parte del commissario Domenico Arcuri, che ha incolpato farmacie e distributori della mancanza”. Per la federazione di categoria, infatti, il motivo della mancanza è l’eccessiva burocrazia che, insieme al prezzo poco conveniente per i produttori, ha bloccato la filiera. “Troppi controlli, troppe regole, margini troppo bassi per chi le produce e per chi le importa, che ovviamente preferisce, per guadagnare di più, ‘dirottarle’ verso altri Paesi come la Spagna, dove il prezzo finale delle mascherine è stato fissato a circa 1 euro. Loro le hanno, noi no”.
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