Le mascherine che abbiamo imparato a conoscere ed utilizzare in questa prima fase di emergenza dovuta al Coronavirus non ci abbandoneranno nella cosiddetta Fase 2. Lo ha spiegato domenica sera il premier Conte nella conferenza stampa di presentazione del nuovo Dpcm, dato che le mascherine saranno obbligatorie “nei luoghi confinati aperti al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento del distanziamento fisico”.

MASCHERINE ‘FATTE IN CASA’ – Un tema importante, perché da settimane in gran parte d’Italia sono notevoli le difficoltà nel reperire questo dispositivo di protezione, tanto che l’articolo 3 del Dpcm sottolinea che potranno essere utilizzate anche “mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera”.

IL TEST DEL NEW YORK TIMES – A fare chiarezza su come e quali mascherine realizzare autonomamente ci pensa un articolo del New York Times, utilizzando le prove utilizzate dall’azienda produttrice di depuratori d’aria Smart Air, diventata nota negli Stati Uniti per un seguito blog in cui risponde alle ‘Faq’ sulle mascherine. 

Una regola generale emersa dai test è che quasi nessun tessuto fa un buon lavoro con le particelle più piccole, gli aerosol, mentre sono diversi quelli che assicurano un buon filtraggio dai droplets, le particelle più grandi. Nella maggior parte dei casi inoltre le fibre naturali garantiscono risultati migliori di quelle sintetiche.

Questo un elenco dei test sui materiali:

Lenzuola – Per le lenzuola 100% cotone e con trama a 120 fili, Smart Air ha accertato un potere filtrante del 90% per le particelle grandi (droplets) e al 24% per quelle piccole (aerosol);

Jeans e tela – Secondo i test di Smart Air filtrano il 90 per cento di particelle grandi e circa un terzo di quelle piccole;

Panni di carta – Nelle prove condotte da Smart Air i panni di carta a due strati riescono a filtrare il 96% di droplets e il 33% di aerosol;

Sciarpe e bandane – Smart Air sconsiglia vivamente di utilizzarle, la maggior parte di questi sono realizzate con cotone molto leggero che non offre protezione;

Filtri dell’aria e sacchetti da aspirapolvere – Entrambe forniscono ottima protezione, ma con grossi limiti: i filtri d’aria possono rilasciare fibre pericolose da inalare, mentre i sacchetti non sono traspiranti;

Imbottitura per reggiseno – La forma arrotondata li fa somigliare a delle mascherine, e il risultato assicurato da Smart Air per un reggiseno in “mussola e spugna” è del 76% di particelle grandi e dell’11% aerosol.

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