Da un anno si curava nella clinica vicina agli uffici DIA
Matteo Messina Denaro arrestato a 500 metri dall’Antimafia: da almeno un anno frequentava quella zona…
Si nascondeva in bella vista, o quasi, Matteo Messina Denaro. Il boss mafioso di Castelvetrano, ultimo ‘Padrino’ di Cosa Nostra arrestato poco prima delle 10 di questa mattina dai carabinieri all’interno della clinica ‘La Maddalena’ di Palermo, è stato catturato a poco più di 500 metri dagli uffici della Direzione investigativa antimafia.
Nella clinica privata MMD, latitante da 30 anni, era in cura da un piano d’anni “o almeno uno”, come riferito all’agenzia Agi da un medico della struttura sanitaria. Il boss si presentava con un nome falso, Andrea Bonafede, nato il 23 ottobre 1963, per ricevere le cure per un tumore in zona addominale.
Come Totò Riina, l’altro ‘big’ di Cosa Nostra arrestato per una strana coincidenza esattamente 30 anni (e un giorno) fa, anche Messina Denaro non si era allontanato dal suo territorio: entrambi sono stati arrestati a Palermo.
Quel che fa impressione è però la brevissima distanza tra la clinica in cui il boss era da tempo ‘cliente’ e la DIA che in questi anni gli ha dato la caccia assieme a Procura e forze dell’ordine.
Come sottolinea Mowmag, Messina Denaro è stato fermato dai carabinieri “in assetto da guerra” nella clinica ‘La Maddalena’, al civico 312 di via San Lorenzo. A 650 metri di distanza, otto minuti di camminata secondo Google Maps, trovano posto gli uffici della Direzione investigativa antimafia, ospitati nella villa Ahrens.
Una circostanza, quella della vicinanza tra i due ‘poli opposti’, che rimarca ancora una volta come i vertici mafiosi da sempre si muovono con estrema spregiudicatezza nel loro “giardino di casa”, in questo caso la città di Palermo che in tanti anni ha dato sponda ad una latitanza terminata solo dopo 30 anni di ricerche.
Tra l’altro proprio il rapporto tra mafia e cliniche private è da tempo sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati, con alcuni finite anche al centro di processi in particolare per legami con l’altro grande boss di mafia, Bernardo Provenzano.
Ma anche Totò Riina ne fece uso: i suoi figli sono nati durante la latitanza dei “capo dei capi” di Cosa Nostra e di sua moglie Ninetta Bagarella in una casa di cura privata in via Dante a Palermo.
Quanto a ‘La Maddalena’, non è mai stati sfiorata da indagini o sospetti. “Era in coda per fare un tampone, come tanti pazienti della clinica, nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse di Matteo Messina Denaro”, ha raccontato a caldo Stefania Filosto, la proprietaria-direttrice della clinica e dove MMD avrebbe dovuto sottoporsi ad un ciclo di chemioterapia dopo un’operazione subita oltre un anno fa.
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