Botta e risposta alla Camera dei deputati tra la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. L’argomento al centro della discussione era gli scontri scaturiti dalla manifestazione No Green Pass a Roma di sabato scorso. Protesta che tenuto sotto scacco il centro della Capitale dal primo pomeriggio alla tarda serata. Lamorgese ha descritto le scelte dell’apparato di sicurezza come dettate dall’intenzione di tutelare l’ordine pubblico. Meloni ha parlato di “strategia della tensione” da parte della ministra.
Il question time era in programma alle 15:00 a Montecitorio. La ministra riferirà il 19 ottobre sui fatti di sabato a Roma e a Milano con la relazione vera e propria. Ha risposto a un’interrogazione del capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida dicendo che il leader di Forza Nuova Giuliano Castellino, tra gli arrestati per i disordini in centro a Roma (destinatario di Daspo, sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, restrizione della mobilità dalle 6:30 di mattina e divieto di mobilità), si è messo in evidenza “per il deciso protagonismo soprattutto nell’intervento a piazza del Popolo quando ha espresso la volontà di indirizzare il corteo verso la sede della Cgil. La scelta di procedere coattivamente nei suoi confronti non è stata ritenuta percorribile dai responsabili dei servizi di sicurezza, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei suoi sodali con degenerazione dell’ordine pubblico”.
La manifestazione era stata organizzata a poco meno di una settimana dall’entrata in vigore dell’estensione del Green Pass per lavoratori pubblici e privati, prevista venerdì 15 ottobre. Il sit-in in Piazza del Popolo era stato autorizzato, il corteo in centro no. Lanci di oggetti, assalti ai blindati della polizia, scontri, manganellate, idranti, sede della CGIL vandalizzata. Altissima tensione nel centro di Roma per ore.
L’altro punto che sta interessando il governo è lo scioglimento di Forza Nuova. Lamorgese ha specificato che “è all’attenzione del governo la cui azione collegiale potrà indirizzarsi” anche sulla base di quanto deciderà “la magistratura” e di quali saranno “le indicazioni del Parlamento” che dovrà votare la mozione presentata dal Pd. La ministra ha riconosciuto che lo scioglimento di un’organizzazione politica “è un tema di eccezionale rilevanza giuridica e politica e di estrema complessità e delicatezza”.
Durissima la replica di Meloni: “Lamorgese dice che sapeva e non ha fatto nulla. Se fino a ieri pensavamo la sua fosse sostanziale incapacità oggi la tesi è più grave: quello che è accaduto è stato volutamente permesso e questo ci riporta agli anni già bui. È stato calcolo, siamo tornati alla strategia della tensione – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – La risposta di Lamorgese non è semplicemente insufficiente ma offensiva delle forze dell’ordine: 7 agenti lasciati a prendere le bastonate davanti alla Cgil sono un fatto indecente ed offensivo di quella gente e di questo Parlamento che non è fatto di imbecilli”.
Meloni continua a chiedere le dimissioni di Lamorgese perché “ministro assolutamente inadeguato e l’abbiamo visto a 360 gradi, l’abbiamo visto sull’immigrazione, sui rave e sulle manifestazioni di piazza”. A preoccupare sono anche le manifestazioni e i blocchi a oltranza minacciati dai portuali a partire da venerdì contro il Green Pass a Trieste e a Genova. Meloni aveva anche detto, lunedì scorso, di non essere al corrente della matrice politica degli scontri di Roma.
Lamorgese ha inoltre presieduto al Viminale, con vertici dell’intelligence e forze di polizia una riunione del Comitato Nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’obiettivo è una stretta alle manifestazioni affinché non degenerino. Il Nucleo informativo dei carabinieri di Roma ha intanto depositato in Procura un’informativa in cui sono state identificate e denunciate a piede libero 24 persone che avrebbero partecipato attivamente agli scontri di sabato a Roma. Secondo quanto appreso dall’Ansa, l’accusa per tutti è di resistenza e violenza aggravate in concorso e manifestazione non autorizzata. Una quindicina di questi avrebbe fatto parte del gruppo che ha assaltato la sede Cgil. Questi ultimi sono accusati anche di devastazione, occupazione e danneggiamento.
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